Cronaca

"Ora a chi consegniamo firme?": l'ironia di Baruffaldi dopo la bufera Sanità

"Come si possa continuare ad avere fiducia di chi aveva in mano la responsabilità di questo settore è difficile comprendere” conclude il sindaco, che considerata sfumata anche l’utilità delle 15mila firme raccolte.

Nella foto Baruffaldi e il comune di Pomponesco

POMPONESCO –  “Mi piacerebbe sapere a chi consegneremo adesso le firme per salvare l’Ospedale Oglio Po”. La sottolineatura sarcastica è del sindaco di Pomponesco Pino Baruffaldi. Il primo cittadino, notoriamente uomo senza peli sulla lingua abituato a dire ciò che pensa senza passare attraverso i filtri  della conveniente diplomazia, commenta così la nuova baraonda che ha investito la Regione Lombardia con l’arresto di Fabio Rizzi e altre venti persone.

“Questa è la terza indagine che coinvolge il settore Sanità da quando sono sindaco io – racconta Baruffaldi che poi entra nei dettagli – “. Il primo ad essere inquisito è stato Lucchina arrestato il giorno dopo l’incontro che avevamo avuto proprio nel suo ufficio il sottoscritto assieme ai sindaci di Viadana Penazzi e di Casalmaggiore Silla. Anche il quel caso ci era stato promesso interessamento e interventi che poi sono stati disattesi anche perché nel frattempo l’uomo ha preso un’altra strada”.

Il sindaco di Pomponesco quindi cita il vicepresidente regionale Mario Mantovani, assessore alla Sanità pure lui arrestato per presunta concussione, corruzione e turbativa d’asta (e poi scarcerato), cui adesso fa seguito la bufera su Rizzi, colui che è l’ideatore della riforma sanitaria che tante discussioni ha suscitato anche nel territorio casalasco viadanese. “Tre personaggi di questo livello tutti appartenenti al settore sanitario e finiti una dopo l’altro in queste pesanti inchieste sollevano grossi dubbi e perplessità in tutti noi e specialmente nella opinione pubblica che vede perdere servizi e prestazioni nel nostro Ospedale di riferimento. Come si possa continuare ad avere fiducia e come sperare nell’interessamento reale e non fasullo di chi aveva in mano la responsabilità di questo settore è difficile comprendere” conclude il sindaco, che considerata sfumata anche l’utilità delle 15mila firme raccolte dal Comitato “Salviamo l’Oglio Po” e pronte da recapitare a Milano proprio negli uffici della Sanità, ora sconvolti da questa nuova bufera giudiziaria.

Rosario Pisani

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