Nutrie, l’allarme di Fava: “Un grande passo indietro”
VIADANA – “La situazione sulle nutrie è tutto fuorché risolta, purtroppo, ed è bene che gli agricoltori e i cittadini siano informati sulla verità, perché è stato fatto un grande passo indietro senza risolvere il problema, allungando i tempi e utilizzando metodi poco efficaci come le gabbie, che hanno caratterizzato la politica degli ultimi 20 anni, senza risultati”. Lo ha detto questa mattina l’assessore all’Agricoltura, Gianni Fava, rilevando “la scorrettezza istituzionale di Ispra, che fornisce un testo di una lettera, non ancora inviata a Regione Lombardia, direttamente a un inutile parlamentare mantovano (il riferimento è a Marco Carra del Partito Democratico, ndr), che evidentemente ha rapporti politici di prim’ordine con questo istituto e al quale chiediamo quale sia il suo livello di responsabilità in questa vicenda. Questo modo di fare costituisce una scorrettezza istituzionale senza precedenti”. “Da un lato si dice che l’eradicazione è una modalità perseguita anche dall’Unione europea – osserva – e dall’altro si vieta l’utilizzo delle armi nelle cosiddette aree di Natura 2000 o Aree protette. Questo significa sostanzialmente vietare l’utilizzo delle armi da fuoco per l’abbattimento delle nutrie, esattamente in quei territori dove esse sono più concentrate”.
Parchi off-limits. “Non si potrà infatti cacciarle – specifica Fava – né nel Parco dell’Oglio né nel Parco del Mincio né tantomeno nelle golene del Po e in nessun’altra area che abbia valenza in qualche modo tutelata come le ZPS o le SIC. E questo, prima follia di Ispra, significa che non si possono cacciare in quasi tutti i territori dove questa sono più numerose. Se due comuni confinanti si trovano uno all’interno di un Parco e l’altro no, a distanza di pochi metri, sul confine, avremo due legislazioni differenti: è una assurdità. E questi controsensi potrebbero verificarsi anche in comuni che, magari, per una parte insistono su zone protette, per un’altra invece no”.
La seconda questione aperta dall’Istituto per la protezione dell’Ambiente, è che “si limita di fatto l’autorizzazione ai soggetti che possono sparare a pochi individui qualificati, che debbono avere prima partecipato a corsi o tenuto patentini – riassume Fava -. Si tratta di un’altra complicazione inutile, che costerà tempo e risorse per gli enti locali. Così si scaricherà su questi ultimi la necessità di trovare soluzioni e risorse economiche. Come si può dire che è un grande risultato? Con che faccia Carra può permettersi di dire questo? Lo spieghi ai nostri agricoltori”.
Non è finita. “Prendiamo inoltre atto del fatto che con questa modalità l’attuale piano è stato giustamente sospeso e dovrà essere necessariamente rivisto”. Quale sarà il percorso è impossibile prevederlo. “L’unica certezza è che si va verso una revisione sostanziosa del piano provinciale già in essere e che prevede l’adeguamento dello stesso a tutte le nefandezze di cui sopra”.
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