Busi, 2015 in attivo
E il bilancio riparte
da tariffe invariate
Nella foto Vacchelli e Sartori mentre relazionano
CASALMAGGIORE – Gradevole e coinvolgente incontro mercoledì pomeriggio tra il Cda della Fondazione Busi e i parenti dei circa 170 ospiti della struttura per anziani. Un originale e inedito modo per scambiarsi gli auguri di fine anno senza fronzoli e ornamenti ma affrontando viso a viso, in maniera educata e civile, i problemi che una struttura del genere inevitabilmente genera.
Intanto una bella notizia comunicata alla fine dal presidente Franco Vacchelli, affiancato dal consigliere Patrizio Sartori, nell’annunciare che le tariffe per quest’anno non aumenteranno in considerazione della crisi economica che ancora affligge molte famiglie. Vacchelli, dopo un anno e mezzo di gestione, ha sentito il dovere di riferire sulle criticità della Casa di Riposo nei confronti delle quali si porrà rimedio entro i limiti imposti dalle regole e dalle leggi. Se non si potranno allargare le stanze troppo strette, sicuramente si interverrà sul personale: qualcuno infatti verrà sottoposti a corsi di rieducazione impartendo nuove nozioni idonee sull’approccio con gli ospiti. Uno dei punti rimarcati da diversi parenti presenti alla riunione, e già inoltrati attraverso i “Customer satisfaction” riferiva infatti di alcuni operatori poco sensibili alle esigenze dei pazienti mentre altri hanno elogiato l’operosità e la delicatezza delle dipendenti purtroppo alle strette con compiti assillanti, al punto da non riuscire sempre ad imboccare i non autosufficienti.
Altro punto dolente è quello della lavanderia dove molti capi di abbigliamento vengono scambiati o addirittura smarriti. Anche l’importante assistenza fisioterapica andrebbe potenziata, ipotesi al vaglio del Consiglio di Amministrazione. Un aspetto negativo è piuttosto quello dei furti di oggetti preziosi, motivo che sarebbe sufficiente per fare scattare il licenziamento immediato nel caso si risalisse al responsabile. Altra questione delicata, sollevata da più di un parente, il ritardo nell’acquisizione dei medicinali generata, come ha supposto il presidente, da una negativo rapporto tra la struttura e i medici esterni a cui si appoggiano ancora i degenti ricoverati.
Franco Vacchelli dopo aver spiegato che il costo del personale costituisce il 76% dei costi totali (pur avendo per la prima volta quest’anno ottenuto un bilancio positivo per 140mila euro) ha aggiunto che il problema sta nell’alto tasso di assenteismo. “Basta che una persona si assenti per malattia e a noi tocca ricorrere alla sostituzione, generando una situazione complicata e pagando due per avere uno, il contrario di quanto avviene nei supermercati. Purtroppo in un’equipe funzionante basta una pecora nera per sconvolgere il sistema. Anche se ci mandano una squadra di zombie non possiamo farci nulla. Come giocare a carte e trovarsi in mano degli scartini”. Una dichiarazione non accolta dalla figlia di una ricoverata che avendo lavorato in un’impresa privata si è stupita che un dirigente non avesse il potere di cambiare le cose.
Ad ogni modo sostanzialmente la struttura gode di buona considerazione anche a confronto di altre strutture del territorio. Vacchelli ha aggiunto di essere in asse con le disposizioni nazionali in materia poiché in caso contrario la Regione toglierebbe l’accreditamento. “Adesso dovremo sistemare alcuni problemi trovati al nostro ingresso come gli impianti del gas e della corrente da mettere a norma. Dovremo creare percorsi luminosi notturni come sugli aerei. E ultima novità è il passaggio di Casalmaggiore da zona 4 a zona 3 per i rischi sismici: ciò ci costringe a chiedere perizie sui nostri edifici con parcelle degli ingegneri assai salate. Ad ogni modo noi continuiamo a gestire la Casa di Riposo con impegno e responsabilità lavorando senza condizionamenti politici, perché i nostri datori di lavoro sono gli ospiti della Casa di Riposo, a cui vogliamo dare sempre più assistenza e conforto, facendoli sentire come a casa. Anche per questo non siamo contrari all’ipotesi che possano avere accanto il cane o il gatto a cui erano affezionati prima di entrare qua dentro”.
Rosario Pisani
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