Omicidio Zardi:
14 anni dopo si riesuma
il corpo di Arianna
Nella foto, Arianna Zardi
Sono passati 14 anni dall’omicidio di Arianna Zardi, la 25enne di Casalbellotto trovata morta nell’ottobre del 2001 sotto un ponticello di Torricella del Pizzo. Ora, nell’indagine portata avanti dalla procura di Cremona, c’è una svolta importante: il corpo della studentessa di Teologia sarà riesumato ai primi di gennaio. Lunedì scorso il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto di Martino ha nominato quattro consulenti tecnici che dovranno esaminare i resti della povera Arianna: ad operare saranno i migliori esperti nel loro campo: si tratta di Cristina Cattaneo, medico legale presso l’Istituto di medicina legale dell’università di Milano, che già si è occupata del caso di Yara Gambirasio e attualmente del ‘giallo’ di Marcheno: la scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli all’interno della sua fonderia, la sera dell’8 ottobre. Come consulenti il procuratore di Martino ha voluto anche Vittorio Fineschi, dell’Istituto di medicina legale dell’università La Sapienza di Roma, Emanuela Turillazzi, dell’università di Foggia, e Andrea Verzelletti, medico legale a Brescia. Il corpo di Arianna verrà sottoposto ad una Tac per rilevare fratture che potrebbero essere decisive per ricostruire la dinamica dei fatti.
Nelle indagini collabora anche la procura minorile di Brescia, nella persona del procuratore Emma Avezzù. Alla procura dei minori c’è già un indagato per omicidio: si chiama Giulio, oggi ha 29 anni, all’epoca era minorenne. Il suo nome è emerso in alcune intercettazioni telefoniche intercorse nel 2013 tra altri due indagati che parlavano tra loro di uno ‘slavo’. E’ stato proprio questo personaggio a tirare in ballo il 29enne, indicandolo come l’assassino di Arianna. Il nuovo indagato, assistito dall’avvocato Francesco Cogrossi, è già stato sottoposto all’esame del Dna, che però ha dato esito negativo. Per questo motivo il procuratore Avezzù ne aveva chiesto l’archiviazione, una richiesta a cui si è opposto l’avvocato Giovanni Bertoletti, legale della famiglia Zardi. Il gip gli ha dato ragione e ha disposto ulteriori indagini, compreso un esame papillare sugli indumenti e sugli effetti personali della vittima da confrontare con le impronte digitali dell’indagato. Non solo: da Cremona è stato disposto il prelievo di Dna su un certo numero di persone che hanno fatto parte del giro di amicizie di Arianna. Il loro profilo genetico verrà confrontato con le tracce biologiche a disposizione degli inquirenti.
Un primo sopralluogo a Torricella del Pizzo c’era già stato lo scorso ottobre, mentre il secondo, da parte dei due pm e dei consulenti tecnici, è stato effettuato lunedì scorso. Dal procuratore di Martino, l’ipotesi del suicidio era già stata scartata. Il ponticello, infatti, è troppo basso per una persona che voglia togliersi la vita. Sul muretto erano state trovate tracce di sangue. Tracce che attualmente, dopo così tanti anni, è molto improbabile possano essere recuperate. Nell’ultimo sopralluogo, infatti, sono stati trovati fango e muffa formatisi in seguito all’azione dell’acqua.
E poi la dinamica di quanto accaduto: in questo caso ci sono due ipotesi: la prima è che Arianna potrebbe essere stata investita da un motorino o qualcuno potrebbe averle dato un calcio. Sui suoi pantaloni erano state trovate tracce di pneumatici o di scarpe, tutti elementi che gli esperti analizzeranno. Nella seconda, si ipotizza che la ragazza potrebbe essere stata trascinata sotto il ponte. Il suo corpo era stato trovato sotto il ponticello, ma a diversi metri da dove sarebbe caduto. Arianna era in posizione supina, un particolare che rende difficile pensare che possa essersi trascinata da sola. “Di solito non ci si trascina sulla schiena”, ha fatto notare lo stesso procuratore. Arianna, dunque, si è spostata da sola o è stata trascinata ?. La risposta potrebbe arrivare da una particolare analisi che studia la caduta e la direzione del sangue che gli esperti hanno intenzione di effettuare.
Di Arianna Zardi verranno riesaminati anche tutti i vestiti, compresa la borsa sulla quale i Ris di Parma a suo tempo avevano trovato delle piccole macchie, forse tracce di sangue. Ma non sarà semplice: le precedenti analisi, infatti, potrebbero aver già consumato le tracce, senza contare il fattore tempo.
Nell’indagine si sta facendo davvero di tutto per cercare di arrivare alla verità. Sarà un lavoro lungo e difficile. La speranza è quella che le nuove e sofisticate tecniche utilizzate negli ultimi anni possano concretamente aiutare gli inquirenti ad arrivare a capire cosa sia successo a partire da quella domenica 30 settembre 2001 quando la 25enne era uscita di casa senza più farvi ritorno.