Cronaca

Dosolo, altro colpo
al magazzino comunale
E’ il quarto nel 2015

DOSOLO – Quattro colpi nel giro di un anno solare. E dopo i tre precedenti non poteva certo mancare il “furto di Natale”: Uber Pasquali, vicesindaco di Dosolo, si è sfogato per primo su Facebook, quando ha saputo da un suo operaio, lo stesso che in passato fece l’amara scoperta, essendo solitamente il primo ad aprire il cancello del magazzino comunale, che i ladri avevano effettuato un’altra visita sgradita.

Tutto è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, presumibilmente alle 3, come detto presso il magazzino comunale sulla strada provinciale poco distante dalla rotonda che porta a Guastalla. “Secondo me è qualcuno che ci conosce, qualcuno di Dosolo, dove sospetto vi sia una sorta di base operativa: ci stanno curando e colpiscono sempre a botta sicura – spiega Pasquali – . In questo caso hanno divelto il cancello e poi sono entrati nel capannone dove teniamo attrezzatura e anche pulmini, forzando la porta. La solita scena già vista, insomma”. Differente invece il bottino. “Le altre volte – ricorda sempre Pasquali – avevano rubato i mezzi motorizzati, dai quali avevano poi levato i sedili per renderli più capienti e utilizzarli come trasporto attrezzi. Nel primo caso il pulmino venne ritrovato a Campagnola, nel secondo a Legnago, e ci toccò comprare poi i sedili nuovi. Stavolta non hanno invece toccato alcun mezzo di trasporto”.

A sparire otto taniche di gasolio, un decespugliatore, un generatore di corrente, alcuni attrezzi. “E alcuni di questi, comperati dopo il precedente furto, sono ancora da pagare, dato che l’ultimo colpo è stato solo pochi mesi fa, lo scorso agosto”. Già, ma le telecamere. “In queste condizioni sono inutili: c’è buio e non si vede nulla dalle immagini. E anche se si percepisse qualcosa, magari ad esempio la targa del mezzo, di sicuro questa sarebbe clonata o rubata. E’ accaduto a un mio amico commerciante in pieno giorno: in quel caso le immagini erano nitide ma la targa risultò appunto clonata e fu tutto inutile”.

Giovanni Gardani

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