Cronaca

“Fare Legami” per
un nuovo modello
di welfare locale

Nella foto, la presentazione al Concass

CASALMAGGIORE – Il Welfare locale rivede i suoi orizzonti, li allarga, li ripensa completamente. E lo fa con una collaborazione stretta tra pubblico e privato perché, come ha avuto modo di spiegare l’assessore ai Servizi Sociali del comune di Casalmaggiore Gianfranco Salvatore “qualche anno fa il comune aveva un compito e il terzo settore era quasi parallelo. Oggi invece le caratteristiche di sussidiarietà e collaborazione sono assolutamente necessarie”. E’ stato presentato venerdì mattina presso la sede del Consorzio Casalasco dei Servizi Sociali di via Corsica a Casalmaggiore il progetto “Fare Legami”, che già in passato era stato illustrato a Cremona e che riguarda del resto l’intera provincia, nei suoi tre poli principali (casalasco, cremonese e cremasco). Un evento, quello della conferenza stampa, richiamato nei giorni scorsi da vari “graffiti” realizzati grazie a stencil e pitturati a terra lungo la piazza e le vie di Casalmaggiore, una nuova forma di pubblicità denominata “street advertising” che continuerà per i prossimi appuntamenti.

Tre le tematiche: servizi alla persona, lavoro e tempo libero, con particolare attenzione al tema della vulnerabilità, trattato in particolare da Katja Avanzini, direttore del Concass e relatrice principale della conferenza stampa di venerdì. “Abbiamo scelto la bicicletta come simbolo di mobilità sostenibile e di scambio di relazioni tra persone – ha spiegato Avanzini -. Si tratta di un oggetto che indica comunque contenuti, spinta al cambiamento e una visione territoriale, dunque più ampia, di Welfare. Non solo: introduciamo nuovi attori, con laboratori anche interni, ad esempio, alle imprese della zona”. Una parte del progetto, quest’ultima, che prende il nome di Patti gener-attivi, destinati all’inclusione sociale per famiglie con minori e non solo, oltre a Patti per autonomia sui quali si gioca l’integrazione delle politiche sociali e del lavoro grazie all’aiuto dell’amministrazione provinciale. Il target sono le nuove generazioni con fasce d’età che si allungano fino ai 40 anni, con il fiore all’occhiello dei laboratori di comunità realizzati nei singoli comuni ma anche nelle scuole e nelle imprese.

“I percorsi riguarderanno anche donne in difficoltà, il contrasto alle nuove e vecchie povertà e l’aiuto a minori con disturbi di apprendimento – ha spiegato Avanzini – . A livello occupazionale dobbiamo fornire una programmazione locale che rimoduli la spesa e i target. Dobbiamo cioè capire cosa una persona emarginata o in difficoltà può dare alla comunità”. Il tavolo dei Patti gener-attivi e per l’autonomia sarà guidato da Concass con la stessa Avanzini (parte pubblica) e da Cristina Cirelli per la Cooperativa Santa Federici e Giusy Biagi per la Cooperativa Il Solco di Cremona (parte privata). Il tavolo dei laboratori, invece, sempre nell’ottica della collaborazione pubblico-privato, sarà seguito da Sara Ferrari di Cisvol, Anna Ghidoni della Cooperativa Iride di Cremona e Donata Bertoletti per la Cgil, che si occuperà in particolare del coinvolgimento delle imprese. Project manager sarà Paolo Paroni. Community maker invece Manuel Paletti, figura professionale, trattandosi di un assistente sociale.

Luigi Cirelli, che ha preso la parola subito dopo Avanzini, è invece il fundraiser scelto da Fondazione Comunitaria, che ha selezionato una equipe ad hoc per ciascuna zona della provincia dove il progetto si sviluppa. Cirelli sul Casalasco aiuterà nel sistema di comunicazione e sensibilizzazione, oltre a favorire appunto la raccolta fondi. Lo stesso ha anche illustrato il sito www.farelegami.it, dove sarà possibile trovare qualsiasi informazione sull’argomento. “Il fundraising è una raccolta fondi che in questo caso si sviluppa on line con un bottone ben in evidenza sul sito – ha spiegato Cirelli – . Si possono donare tempo, diventando volontari del progetto, oppure denaro, divenendo finanziatori. In ogni caso, chi aiuta in qualsiasi modo diviene parte attiva di “Fare Legami”. I fondi donati saranno distinti tra la parte cremonese, cremasca e casalasca, ma chi vorrà potrà donare anche all’intero territorio provinciale, dunque verranno attivati quattro diversi conti correnti. Presto sarà attivo anche un blog sulla pagina, dove raccogliere e fornire ulteriori informazioni. Infine, va precisato che la donazione di un privato viene registrata diversamente rispetto a quella di un’azienda, anche per un discorso giuridico”. Cirelli ha ricordato la pagina Facebook “Fare Legami” e l’hashtag #iofacciocomunita (“senza accento, per rispettare il linguaggio di internet”).

Dal sindaco Filippo Bongiovanni è giunto un plauso per l’ottimo progetto “che darà modo di fare emergere le vulnerabilità ad oggi più sconosciute, perché questo è il vero traguardo”. Un passaggio evidenziato anche dall’assessore Salvatore: “Dobbiamo cercare persone da aiutare, perché queste non diventino in futuri “clienti” fissi dei Servizi Sociali: di fatto facciamo prevenzione, oltre a dare una mano”. “Questa crisi economica sta favorendo grandi iniziative – ha specificato Salvatore – favorendo una unione di intenti davvero proficua con risorse integrate. Oltre a porre l’accento sulle donne in difficoltà, come è stato fatto, non scordiamo nemmeno la figura dell’uomo, spesso in balia della ridefinizione di questa dualità rispetto al passato e della crisi della famiglia”. Prima di un ultimo giro di intervento tra i presenti, che fanno parte delle varie cooperative o associazioni di volontariato del Casalasco, Sara Ferrari di Cisvol ha parlato di “progetto ambizioso, ma con un territorio che ha parecchie carte da giocare: unendo le forze, possiamo farcela. Ricordo peraltro che “Fare Legami” può fare pure da cornice rispetto a due progetti come “Legami di terra” e “Slegami dal gioco”, già partiti nei mesi scorsi”. Cristina Cirelli infine ha evidenziato “un legame finalmente diverso tra pubblico e privato, perché l’interlocutore diventa sempre e comunque il cittadino, e questo non sempre in passato avveniva: così si può fare la differenza”.

Giovanni Gardani

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