Cronaca

Terrorismo,
i casalesi con casa
a Sharm non han paura

Nella foto uno scorcio di Sharm

CASALMAGGIORE – Per anni Sharm El-Sheikh ha rappresentato una delle mete predilette delle vacanze degli italiani, anzi era considerata quasi una nostra colonia moderna. La scalata della località egiziana tra le principali località delle vacanze ha avuto un grande contributo dagli italiani, che hanno investito sia in villaggi turistici sia in immobili privati. Investimenti messi a dura prova dopo il terribile attentato (ormai sembra certa la matrice dell’Isis) che ha provocato la morte di oltre 200 persone. Turisti russi, in viaggio sull’aereo della Metrojet che si è schiantato sul Sinai a nemmeno mezz’ora dal decollo da Sharm, diretto a San Pietroburgo.

Dopo le iniziali resistenze alle rivendicazioni terroristiche, sono arrivate le prime conferme e poi le ammissioni. I fanatici hanno dimostrato una volta di più che la presenza occidentale nel mondo arabo non è gradita. E’ vero che gli attentati terroristici sono stati da tempo esportati in Occidente (e l’ultimo episodio, ancora più clamoroso, di Parigi, ne è la dimostrazione), ma è la presenza in loco che è particolarmente presa di mira da chi non accetta influenze del nostro mondo, e quindi della nostra mentalità, cultura, religione e quant’altro.

Ovviamente nei giorni scorsi sono piovute disdette da parte dei turisti, e in certi paesi (Russia e Gran Bretagna) si è deciso di annullare tutti i voli diretti in Egitto. Tra le famiglie che non solo raggiungono spesso Sharm e dintorni, ma che hanno deciso di investire lì nell’acquisto di una seconda casa, ce ne sono alcune di Casalmaggiore. Abbiamo contattato in particolare due di queste, famiglie di imprenditori residenti in città, per sentire le loro impressioni, conoscendo la realtà locale. Ovviamente manteniamo riservate le loro generalità.

La prima di queste famiglie ha una casa proprio a Sharm El-Sheikh. Quando è stata l’ultima volta che lei è andata a Sharm? «Lo scorso settembre. Già allora la gente che mi conosce mi chiedeva se mi fidassi ad andare in Egitto, ma l’unica vera paura che ho sempre avuto riguardava il viaggio aereo. L’attentato è un rischio che ormai è ovunque. Non ci si può ritenere sicuri da nessuna parte».

Dunque è pronta a tornare in Egitto? «Io ripartirei domattina, non sono condizionata da quanto accaduto. Siamo in contatto pressoché giornaliero con amici che si trovano là, e il turismo ha subito un duro contraccolpo perché la televisione contribuisce ad incutere paura. E’ ormai da qualche anno che il turismo a Sharm risente di questo clima».

E la presenza di italiani scarseggia. «Quest’estate c’erano praticamente solo russi, davvero tantissimi. Noi italiani eravamo pochi, mentre sino a qualche anno fa eravamo moltissimi. Gli egiziani stessi se ne lamentano, per il fatto che i russi tendono a bere e basta, mentre gli italiani acquistano contribuendo maggiormente all’economia locale».

Ora comprano case anche i russi? «Non so, so che là vivono parecchie russe che sposano egiziani». Gli egiziani del posto come stanno vivendo questa situazione? «Sono molto preoccupati, ma non per il rischio di attentati, bensì perché ora il turimo scarseggia, e lì normalmente si vive di turismo. L’informazione contribuisce a questo clima, esagerando i toni allarmistici: l’anno scorso si diceva che i turisti erano chiusi nei resort, ma non era per nulla vero».

Da quanti anni lei e la sua famiglia avete la casa a Sharm? E rifarebbe l’investimento? «Da 5-6 anni. Rifarei assolutamente la stessa scelta, perché ci ha dato la possibilità di andare in un posto che ci piace. Questo al di là del puro investimento economico». Dunque tornerete presto in Egitto. «Se ci saranno gli aerei sì. Mio padre ha già programmato la prossima partenza a gennaio. E’ vero che Easy Jet ha sospeso i voli, ma ad esempio Meridiana continua a garantire i collegamenti».

Sentiamo ora la seconda famiglia, che la casa ce l’ha non a Sharm ma a Marsa Alam. Poco cambia in merito ai timori. «L’acquisto dell’immobile – afferma la seconda intervistata – risale al 2008. Ci hanno spinto il clima favorevole tutto l’anno, la posizione invidiabile e il prezzo allettante dell’investimento». Pentiti? «Nonostante l’Egitto sia un paese in fermento, non mi sono mai pentita dell’investimento fatto: da sempre sono convinta che quello sarà il mio “buen retiro”».

La gente non sembra pensarla allo stesso modo. «Sarò fatalista ma non ho mai temuto per la mia incolumità e nemmeno quella dei miei genitori i quali trascorrono là sei mesi l’anno. I controlli in aeroporto sono serrati e per questo sono scettica dal credere sia stato caricato in stiva un ordigno esplosivo». Questa sembra la ricostruzione ufficiale. «Sono convinta sia tutto dettato da manovre politiche a noi precluse».

Vanni Raineri

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