Cronaca

Toson d’oro a
Philippe Daverio,
divulgatore di cultura

Nella foto, la consegna del Toson d’oro a Philippe Daverio

SABBIONETA – “Ho l’onore di indossare il primo embrione di Europa”. In un luogo di cultura a livello europeo, non poteva che andare ad un grande uomo di cultura come il professor Philippe Daverio, critico e storico d’arte ma anche grande divulgatore, oltre che titolare della cattedra di Architettura all’Università di Palermo, con importanti incarichi a Venezia, Milano e non solo, il secondo Toson d’oro della storia, premio assegnato dal Rotary Casalmaggiore Viadana Sabbioneta. E proprio a Daverio si deve la curiosa definizione del Toson riportata in calce. Il Teatro all’Antica era davvero gremito giovedì nel tardo pomeriggio alle ore 18 grazie alla presenza dei soci ma anche di curiosi ed estimatori dello stesso Daverio, volto televisivo davvero noto. Al tavolo delle autorità erano presenti il presidente del Rotary Massimo Mori, il sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi, il conservatore della Pinacoteca Civica di Cremona Mario Marubbi, il presidente della Commissione Cultura del Rotary Gianluca Bocchi con Stanislao Cavandoli, che della stessa Commissione Cultura fa parte, e Anna Spalla, governatore emerito del Distretto 2050.

Presentato da Bocchi ed esaltato per la sua ironia graffiante ma sempre garbata ed elegante e per la capacità di rendere fruibile a tutti un settore delicato e spesso d’élite come quello dell’arte, Daverio ha in effetti dato prova di questa positiva referenza con un percorso ricco di rimandi e di connessioni, che ha associato il passato all’attualità, in particolare guardando al tema dell’Europa. “Faccio outing e vi dico che sono un europeista convinto – ha detto Daverio, infilando poi una serie di caricature degli antieuropeisti – perché l’Europa ha fabbricato noi e noi abbiamo contribuito a fabbricare l’Europa. Non ci sarebbe Sabbioneta senza Europa, e qui è nata la Città Ideale, perché l’intelligenza intuitiva è la prima qualità italiana: siamo un popolo di individualisti, ma non siamo così male. Perché abbiamo una folle ambizione positiva”. Daverio ha citato la creazione, già nel 1227, dell’antenata della Croce Rossa, evidenziando di fatto l’ancoramento storico profondo del concetto di solidarietà nel popolo italiano. Daverio ha pure fondato il movimento Save Italy, come ha ricordato, sostenendo che nel cambio dell’euro tra Italia ed Europa, all’Italia dovrebbero arrivare 10 centesimi in più per ogni euro che possano servire per restaurare il nostro Paese. “Perché abbiamo un’eredità colossale che non è solo nostra ma anche dell’Europa. Senza di noi è l’Europa delle banche, delle quote latte, dell’Euro appunto. Con noi diventa l’Europa della Cultura. Pompei, per esempio, non è soltanto una questione italiana, ma ogni cittadino europeo ha un diritto e dunque una responsabilità su quel luogo, e sull’obbligo di conservare e tramandare”.

Daverio ha poi ripercorso la storia del Toson d’Oro. “Voi del Rotary mi assegnate un premio che in realtà appartiene alla Casa Imperiale Asburgica, ma dato che quella ditta ha ormai chiuso – ha scherzato Daverio – ecco che è stato inventato il premio. Questo Toson è stato ritrovato da un prete locale un po’ borderline (don Ennio Asinari, che collaborò assieme al geometra Domenico Pirotti, ndr), che conferma quanto il volontariato e l’aiuto di tutti, anche di persone all’apparenza lontane dal settore, possa dare un grande aiuto e sia indispensabile. Se l’ideale mostra i suoi ideali associativi e unisce le forze, allora è un paese fantastico, altrimenti diventa claudicante”. La proposta di Daverio, irrealizzabile ma davvero originale, è stata quella di chiedere a ciascun cittadino europeo di versare un milionesimo di centesimo di euro ogni volta che pronuncia la parola teatro alla città di Sabbioneta, perché qui è sorto il primo teatro reale europeo.

“Il Toson d’Oro è stato inventato da Filippo III di Borgogna nel 1430, quando serviva qualcosa che desse un riconoscimento dal sapore antiquariale. Poi Carlo V, che divenne l’uomo più potente del mondo perché si scelse gli antenati giusti, di fatto si ritrovò al centro di un concetto nuovo, ossia l’Europa, che discende proprio dal Toson d’oro, primo embrione del virus che sta alla radice del mondo attuale. Per fortuna – ha chiosato con un’ulteriore sferzata ironica il professore – il Toson d’oro è rimasto qui perché Vespasiano era un vero italiano: non lo ha restituito all’Imperatore”. Dopo il discorso di Daverio, il premio è stato consegnato dal presidente Massimo Mori “per gli straordinari contributi forniti alla diffusione della cultura e alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano”. Lo stesso Mori ha detto di essersi informato su Daverio e di avere compreso molto della storia culturale italiana (e non solo) pur avendo una formazione tecnico-scientifica, proprio per la grande capacità divulgativa del professore. Il quale succede a Umberto Veronesi, che ottenne il primo Toson d’oro nel 2014.

Giovanni Gardani

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