Gas e comuni, spira
brutta aria: i precedenti
non sono incoraggianti
RIVAROLO DEL RE – Tira una brutta aria attorno al comune di Rivarolo del Re e, di rimbalzo, pure a quello di Sabbioneta e probabilmente presto anche di Casalmaggiore. Il consiglio comunale di mercoledì sera, convocato dal sindaco Marco Vezzoni, è infatti servito essenzialmente a fare il punto della situazione dopo l’inattesa (così è stata definita) sentenza dell’Arbitrato che, dando ragione a Rete Gas, ha di fatto condannato il comune stesso a pagare una cifra esagerata di oltre 1 milione e 500mila euro.
Il consiglio di mercoledì, come detto, è servito per fare la cronistoria dell’impianto che distribuisce gas a tutto il territorio di Rivarolo, che Vezzoni aveva già anticipato anche al nostro giornale. Tuttavia la seduta si è leggermente scaldata quando un consigliere di minoranza, Federico Molardi, ha chiesto al sindaco di dimettersi accusandolo di leggerezza in merito alla controversa vicenda. “Se dimettermi fosse sufficiente a risolvere la questione – ha risposta Vezzoni – lo farei subito: ma questa è una situazione che va oltre la politica”. E che coinvolge, come noto, altri comuni, anche con bandiera amministrativa differente (si pensi a Sabbioneta, ad esempio, o a Casalmaggiore).
Detto che il primo cittadino nella mattinata di giovedì ha incassato la solidarietà di altri consiglieri e di alcuni cittadini, quello che Vezzoni si augura è di poter fare quadrato, mettendo da parte rivalità politiche per provare a mettere una grande pezza. Tuttavia, come detto, la situazione è grave, anche perché i precedenti non dicono bene ai comuni. “Abbiamo varie casistiche, ma tutte sono negative per la nostra posizione – ha rivelato Vezzoni – . In qualche caso il Tribunale ordinario ha addirittura rigettato il ricorso ancora prima di discuterlo. In altre occasioni i comuni hanno perso proprio l’Appello. Noi ci stiamo muovendo per cercare di capire come fare e attendiamo di parlare con il sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi, che ha convocato per giovedì sera il consiglio comunale, per un’azione forte e comune. Certo, non siamo ottimisti”.
Se dunque dovesse andare male, come può un comune arrivare a pagare una cifra che supera di 300mila euro circa quella stanziata in un intero bilancio di previsione annuale? Anche qui in aiuto vengono i casi precedenti, peraltro molto diffusi: il rischio è di dover passare ad alienare parti del patrimonio comunale per fare cassa, perdendo però “pezzi” del comune stesso; altra alternativa è la richiesta di una o più deroghe al Patto di Stabilità per poter lavorare sugli avanzi di bilancio o per pagare a rate il mutuo che verrebbe acceso per rispettare la sentenza; e ancora non si può escludere il livellamento verso il basso dei servizi e l’innalzamento di tasse e tariffe, sempre per fare cassa in questo caso scapito dei cittadini. “E’ una situazione assurda ed è assurdo che nessuno ci dia una mano – spiega Vezzoni, che nel mentre non sta a guardare – . Adesso dobbiamo fare casino: ho contattato Le Iene, Striscia la Notizia e altre trasmissioni di questo tipo. Ho scritto all’Anci. Questa storia non finisce qui e in ogni caso il ricorso in Appello è praticamente inevitabile, almeno per congelare, per il momento, la sentenza dell’Arbitrato”.
Giovanni Gardani
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