Cultura

La biblioteca diventa
un piccolo Expo, nuove
luci al Museo Diotti

Nella foto un momento della conferenza

CASALMAGGIORE – Due azioni congiunte nel segno della cultura, che saranno perfezionate nelle prossime settimane grazie ad un contributo di 14mila euro assegnati da Regione Lombardia: sono state presentate martedì mattina in Sala Bandi Reindustria del comune di Casalmaggiore e riguardano la biblioteca civica Mortara e il museo Diotti.

Seimila euro sono stati assegnati al progetto “Io mi mangio la luna”, pensato dalla biblioteca e realizzato grazie al contributo della scuola elementare Marconi, della scuola media Diotti, degli Amici di Casalmaggiore, dell’associazione Torrione sul Po e della Pro Loco. Si tratta di fatto di realizzare, come ha spiegato l’assessore alla Cultura Pamela Carena accanto a Lara Cavalli dell’Ufficio Bandi, una sorta di piccolo Expo su Casalmaggiore, che presenti la storia della terra casalasca nel collegamento col cibo e con le coltivazioni, che hanno cambiato faccia alla nostra campagna nel corso degli anni.

“Io mangio la luna” è il titolo di una favola del polacco Grejniec che si ispira a queste tematiche, sottolineando l’importanza della cooperazione e della collaborazione per la salvaguardia e la condivisione del cibo. Così Santina Maldotti, presente assieme a Sandra Furini in rappresentanza della biblioteca Mortara, ha potuto illustrare come sarà realizzato questo Expo su scala locale. Tre le idee principali: “Realizzeremo un padiglione zero, dove inseriremo raccolte e documenti dal nostro archivio storico, per testimoniare come è cambiato l’ambiente naturale in relazione al cibo coltivato – ha spiegato Maldotti – . Vittorio Rizzi sta realizzando ricerche sulla produzione di vino, zafferano e altri prodotti che un tempo si coltivavano a Casalmaggiore, mentre non mancherà un importante documento, concesso in una riproduzione digitale dall’Archivio di Stato di Milano che riproduce la mappa “Il diritto di far ghiaccio” in dimensione naturale: di fatto viene narrato un episodio del 26 gennaio 1535 in dimensioni 164×45 centimetri, che racconta la lotta per avere a disposizione il ghiaccio del Po tra la sponda di Fossacaprara e quella parmense: il tutto per procacciarsi un materiale all’epoca indispensabile per la conservazione del cibo”.

Oltre al padiglione zero, in biblioteca verranno anche allestite tavole delle biodiversità, rendendo lo spazio in tutto e per tutto simile a una fiera espositiva. “Si parlerà di quattro alimenti come zucca, vino, salame e in generale i prodotti ricavati dal maiale e formaggio, che da sempre sono una ricchezza del nostro territorio” spiega Maldotti. Non mancherà infine la Food Art, con la scelta di quadri di artisti del territorio che abbiano il cibo come protagonista, dai capolavori del Campi in giù, grazie anche al lavoro di ricerca della scuola elementare Marconi, rappresentata in sede di conferenza dalla dirigente Susanna Rossi, che si è detta soddisfatta degli eventi pensati, “perché il tema del cibo in tavola è importante per le nuove generazioni, tanto che come scuola abbiamo organizzato più visite ad Expo a Milano durante l’apertura. Cibo inteso come energia e come migliore vita sociale”. A tutto questo si assoceranno laboratori e convegni sul tema della nutrizione. Il primo, come ha spiegato Sandra Furini, è già stato fissato per il 21 novembre, dal tema “Cibo per la vita”, con il dottor Giuseppe Cocca che illustrerà le virtù e le proprietà di una buona alimentazione. Le altre iniziative saranno comunque perfezionate tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.

Per quanto concerne il Museo Diotti, invece, le novità riguardano in particolare lo Spazio Rossari, creato inizialmente come appendice rispetto alla parte storica del Museo. L’assessore Carena e la direttrice del Museo Roberta Ronda hanno spiegato che verranno realizzate pareti mobili su ruote, che permetteranno nel tempo di diversificare l’espressione, creando percorsi nuovi e potenzialmente infiniti lungo le pareti. Ma gli 8mila euro in arrivo da Regione Lombardia serviranno anche a creare mensole con vetro antisfondamento, di fatto vere e proprie teche, e a garantire un utilizzo versatile della sala. “L’azione più importante – è stato spiegato – sarà sull’illuminazione: da un lato oscureremo determinate pareti con tendaggi appositi per evitare riflessi e riverberi che rovinino la vista dei quadri. Dall’altro investiremo in qualche faretto che, posizionato al punto giusto, darà la possibilità di modulare la luce di volta in volta, senza più dipendere dal fattore meteo”. Una novità che potrebbe consentire di sfruttare lo Spazio Rossari in maniera più frequente anche per videoproiezioni. L’altro accorgimento riguarda la possibilità di ospitare opere più voluminose di quelle presenti, con una metodologia differente e più sicura sfruttata per appendere gli stessi quadri alla parete.

Giovanni Gardani

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