Operaio 51enne
muore folgorato
a Bozzolo
Nella foto, l’intervento dei Vigili del Fuoco
BOZZOLO – “Era arrivato soltanto martedì ed ora torna a casa in una bara”. Questo uno dei commenti raccolti tra i colleghi di Biagio Calderaro, l’operaio morto folgorato venerdì sera nei pressi della stazione di Bozzolo. Qualcun altro, in attesa che la salma venisse recuperata dal convoglio in cui è avvenuta la tragedia, ricorda di averlo visto poche ore prima a tavola nella pizzeria Croce d’Oro, dove il gruppo di operai alloggia. “Si era fatto la barba, stranamente, ed abbiamo scherzato chiedendogli se doveva recarsi ad una festa invece che iniziare il massacrante turno di notte”. Gli operai della Gefar di Roma, una ventina di persone, da diverse settimane sono impegnati sulla linea Mantova-Cremona, per conto delle Ferrovie dello Stato, per rifare la linea con l’aggiunta di nuovo materiale rotabile e il rafforzamento della massicciata. Lo scopo è quello di consentire un aumento della velocità dei convogli in transito diminuendo contemporaneamente rumori e vibrazioni.
Da qualche tempo la squadra di operai, proveniente dal sud, si trova a lavorare sul tracciato di Bozzolo con turni che vanno dalle 22 alle 5 del mattino quando i treni normalmente non transitano più. Adesso la linea rimarrà bloccata sino a quando la Procura non avrà concesso l’autorizzazione dovendo completare le indagini. Frattanto sono emersi altri particolari sulla disgrazia. Biagio Calderaro, 51 anni sposato con tre figli, residente a Sapri in provincia di Salerno si trovava da solo sopra uno di quei carrelli gialli, quando è successa la disgrazia. I suoi compagni non si spiegano come possa essere stato folgorato. “Fino a due carri prima di quello su cui era salito lui, la linea elettrica da 3000 volts era stata disattivata. Nel tratto successivo no e questo è inspiegabile. Forse nemmeno Biagio lo immaginava. Noi da lontano – il punto esatto dove è morto l’uomo si trova a circa 400 metri fuori dalla stazione di Bozzolo in direzione Romprezzagno, ndr – improvvisamente abbiamo visto una fiammata. Pensavamo stesse prendendo fuoco un carrello ferroviario e siamo corsi là con gli estintori. Invece era lui che bruciava. I cavi, appena sopra la sua testa, hanno prodotto una scarica terribile”.
Sono passate circa 4 ore prima che la ditta Rosa di Bozzolo potesse accedere con una bara di zinco nei pressi del luogo della tragedia e poter recuperare la salma per trasportarla alle camere mortuarie di Casalmaggiore dove tutt’ora si trova. Dopo la lunga permanenza dell’auto medica del 118, i Vigili del Fuoco di Mantova hanno atteso l’arrivo del Magistrato prelevato a Mantova dai carabinieri di Marcaria, sul posto assieme ai colleghi di Acquanegra sul Chiese. Lunghi e minuziosi i controlli e le verifiche alla presenza di un sottufficiale della Polfer, del medico legale e del sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio rimasto sul posto sino all’ultimo. “Impressionante vedere le condizioni di quel poveretto”: ha dichiarato il primo cittadino commosso e addolorato per l’atroce fine di quel padre di famiglia.
Rosario Pisani
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