Dopo Verona, Slow
Town fa scuola anche
all’Università Palermo
Nella foto Slow Town a Casalmaggiore
CASALMAGGIORE – Dopo Verona, anche Palermo. Con l’aggiunta però della potenzialità infinita dello streaming online che può raggiungere chiunque sia in possesso di un pc, un tablet o uno smartphone. Via Baldesio con la sua Slow Town continua a fare scuola e ad essere presa d’esempio in Italia proprio per la sua sperimentazione, al centro anche di qualche critica ma che comunque sembra interessare parecchi architetti ed esperti di viabilità dello Stivale.
Presso l’Università di Palermo, infatti, lo scorso giovedì si è tenuto alle ore 15 un seminario che ha visto la partecipazione dell’architetto Matteo Dondè, che a Casalmaggiore è molto conosciuto e considerato un po’ il padre delle zone 30 in Italia, assieme all’ingegnere Lorenzo Bertuccia. Al termine del seminario è stato pure presentato un bando destinato agli studenti di Architettura e Ingegneria, naturalmente interessati in prima persona, per professione futura, dall’iniziativa. Il seminario è stato appunto incentrato sulle tecniche di sperimentazione di living street e zone 30, nonché su interventi a basso costo di moderazione del traffico, utili per “fare toccare con mano” ai cittadini residenti i vantaggi della velocità ridotta, della migliore vivibilità e sicurezza sulla strada, con benefici evidenti anche per il commercio locale. Una situazione che a Casalmaggiore ha vissuto qualche mese di sperimentazione, tra raccolta firme, pro e contro, ma che ora pare essersi arenata, anche se gli ultimi episodi di incidenti in centro sembrano suggerire, o quasi caldeggiare, un ritorno a questa forma di sicurezza stradale.
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