Cronaca

Maxifurti di alimentari,
due arresti
nel Casalasco

Metà del gruppo arrestato dalla polizia e accusato di maxifurti di generi alimentari a Castelvetro Piacentino, da centinaia di migliaia di euro, abitava in provincia di Cremona. Degli 11 soggetti destinatari di ordinanza di custodia cautelare, tre sono stati presi all’alba di giovedì da personale della Questura locale nel Cremonese e due nel Casalasco. Si tratta di uomini, fra i 25 e i 60 anni, alcuni dei quali con precedenti. I tre con casa nel Cremonese sono originari della provincia di Foggia. Secondo le indagini della Squadra mobile di Modena, che si è avvalsa della collaborazione dei colleghi di Cremona e Foggia per l’esecuzione delle ordinanze, i cinque, assieme ad altre sei persone residenti in varie parti d’Italia, sarebbero coinvolti in vari furti di prodotti alimentari, come forme di formaggio e pesce surgelato, commessi tra novembre 2013 e gennaio 2015, per un valore complessivo di 785mila euro. Avrebbero agito anche il 21 luglio in un magazzino di Castelvetro, portando via il contenuto di numerosi bancali di gamberoni surgelati, per un valore di almeno 100mila euro.

Era stato un furto anomalo quello consumato a Castelvetro Piacentino, nella zona Vallone, la zona industriale del paese: erano spariti da una cella refrigerata dell’azienda “Frigoriferi Castelvetro Piacentino” 17 bancali di gamberoni, valore della razzia circa 100mila euro, una somma molto importante. Secondo i carabinieri di Fiorenzuola, agli ordini del maresciallo Giuseppe Cocciolo, già all’indomani del furto si sarebbe trattato di un furto molto preciso, anche perché quei gamberi erano appena arrivati nel deposito. I malviventi avevano aperto una porta sul retro del magazzino e poi, con un camion che li aspettava fuori, erano andati diretti ai bancali di gamberi. Con un muletto li avevano caricati e si erano poi dileguati nella campagna piacentina, evitando le telecamere di videosorveglianza dello stabile, di cui conoscevano a quanto pare la posizione esatta. I carabinieri avevano vagliato le immagini delle telecamere della zona, comprese quelle installate recentemente dal sindaco Quintavalla ai punti di accesso del paese, per identificare almeno il mezzo con cui l’importante refurtiva era stata rubata. Sembrava chiaro che si trattasse di un furto su commissione.

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