Cronaca

Martignana abbraccia
il suo nuovo parroco
don Gino Assensi

Dal sito della Diocesi, l’ingresso di don Gino Assensi a Martignana di Po

MARTIGNANA DI PO –  «Coraggio, non temete!». È citando il profeta Isaia che il vescovo Dante Lafranconi si è rivolto alla comunità di Martignana di Po invitandola a volgere lo sguardo e la propria fiducia al vero Pastore, anche per superare le incertezze suscitate dal rapido succedersi di parroci degli ultimi anni. L’occasione è stata, nel pomeriggio di domenica 6 settembre, l’insediamento del nuovo parroco, don Gino Assensi, che dopo l’intensa esperienza da rettore del Santuario di Caravaggio torna alla guida di una parrocchia. Pur nella sobrietà, domenica 6 settembre a Martignana di Po si poteva respirare aria di festa, in un clima di attesa e speranza. Quelle di una guida «continuativa e duratura», come ha auspicato il sindaco Alessandro Gozzi nel saluto al Vescovo e al nuovo parroco sul sagrato della chiesa. Un intervento che è stato occasione per offrire la collaborazione tra Amministrazione e Parrocchia, già consolidata negli anni. E non è mancata neppure una battuta riferita all’età di don Assensi, che sul giornalino parrocchiale aveva fatto riferimento al limite dei suoi sessant’anni (compiuti il 14 agosto scorso): «Siamo quasi coetanei. Vedrà – ha affermato il primo cittadino – che dimostreremo a questi giovani che l’esperienza dei sessant’anni a volte è più importante dell’intraprendenza dei giovani. Avremo tempo per dimostrarlo!». In chiesa tanti martignanesi (che hanno voluto che questa fosse l’unica celebrazione eucaristica della giornata), ma anche i familiari di don Assensi (originario di Commessaggio, non molto lontano), diversi amici e parecchi caravaggini. Ad accompagnare la processione d’ingresso anche lo stendardo del Santuario di S. Maria del Fonte, che don Assensi ha guidato per circa otto anni. Più di una decina i sacerdoti concelebranti. Tra loro anche il vicario zonale, don Ottorino Baronio, che all’inizio della Messa ha letto il decreto di nomina. Secondo il rito proprio degli ingressi dei nuovi parroci, don Assensi ha quindi asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica.

Poi è stato il momento del benvenuto ufficiale della parrocchia, letto da Enore Soldi. Il rappresentante del Consiglio pastorale parrocchiale si è anzitutto rivolto al Vescovo ringraziandolo per aver dato a Martignana un nuovo parroco. Non sono mancate parole per esprimere lo sconcerto provocato in molti dal continuo avvicendamento di sacerdoti nell’ultimo quinquennio. Il pensiero, e il ringraziamento, è andato anche a loro, così come a quanti, da don Germinasi in avanti, hanno guidato la parrocchia intitolata a S. Lucia. Un benvenuto espresso insieme al dichiarato auspicio che il nuovo parroco possa spendere a Martignana ben più dei nove anni previsti dal decreto di nomina. Naturalmente con l’assicurazione di una fattiva e generosa collaborazione. Al termine del saluto un regalo: i contenitori per gli oli santi. Le parole del rappresentate parrocchiale sono state riprese nell’omelia dal Vescovo che, citando le Letture, ha esordito: «Chissà se si può dire anche di voi di Martignana che siete smarriti di cuore?». Ma rileggendo il profeta Isaia ha subito rassicurato: «Coraggio, non temete! Dio comunque accompagna la nostra vita, accompagna la storia delle nostre comunità cristiane. E certamente attraverso le vicende, anche quelle umanamente meno comprensibili, vuol farci giungere qualche messaggio: anzitutto quello di credere e riconoscere che la Chiesa è sua prima di tutto, che Lui è il pastore e che noi preti siamo pastori in nome suo». Lo sguardo è andato così al vero Pastore, «colui che veramente salva». Poi, riferendosi ai nove anni di nomina del nuovo parroco, ha proseguito: «Noi non misuriamo il nostro impegno, la nostra voglia di donarci, il nostro spirito di servizio, la nostra generosità, sulla durata del tempo, ma sulla validità della causa, su quell’amore con cui il vero grande Pastore ha dato la sua vita per tutti noi. Sembrerebbe che il ministero di Gesù non sia durato neanche nove anni, forse tre anni scarsi. Mi è sembrato molto significativo e anche molto consolante quello che pure abbiamo ascoltato prima e che esprimeva tutta la disponibilità e tutta la buona volontà dicendo: don Gino, può contare su di noi; non tutti saremo collaboratori, non tutti condivideremo alla stessa maniera, con lo stesso entusiasmo e con la disponibilità, ma può contare su di noi. Questo mi sembra l’atteggiamento bello che ci fa superare le scadenze, perché quello che viviamo lo viviamo come riflesso e profezia dell’eternità».

Infine il riferimento alla Seconda lettura, in cui l’apostolo Giacomo mette in guardia dalle divisioni e i pregiudizi che possono nascere in una comunità: «È ciò che va eliminato con decisione – ha detto il Vescovo –.  Questo in una comunità cristiana è ancor più importante della presenza di un prete! Perché una comunità cristiana è chiamata a essere segno della presenza, dell’opera e della grazia di Dio, secondo quell’indicazione che Gesù ci ha dato: riconosceranno che siete miei discepoli si vi amerete l’uno con l’altro». «Mentre affidiamo al Signore il ministero di don Gino – ha quindi concluso il Vescovo –, mentre rinnoviamo con gioia, entusiasmo e piena disponibilità il nostro impegno di servire questa comunità tutti insieme per farla crescere secondo l’immagine che Dio ha di ogni comunità dei suoi discepoli, chiediamo anche a Lui la grazia di poter rinsaldare tra di noi quei vincoli di comunione vera che sono fatti di verità nei rapporti, di pazienza nella condivisione, di tolleranza di fronte ai difetti che ciascuno di noi porta e che sono fatti di misericordia e di perdono, come chiediamo nella preghiera del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”». La celebrazione è stata animata dalla corale parrocchiale, diretta da Jessica Braga. Ma l’intera assemblea ha potuto partecipare attivamente nel canto, e non solo, anche grazie al maxi schermo posizionato accanto all’altare, sul quale sono stati proiettati non solo i testi dei canti, ma anche le letture e le preghiere. Prima della benedizione finale don Assensi ha preso la parola per il suo intervento. Un saluto che è stato più propriamente una preghiera di invocazione e di richiesta di benedizione: per i suoi familiari, gli amici, per i nuovi parrocchiani e per il suo nuovo ministero. Un’invocazione allo Spirito cui ha fatto seguito la richiesta di intercessione alla Vergine Maria e alla patrona santa Lucia. Al termine dell’Eucaristia, dopo le firme sui documenti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di Manuel Bozzetti e Marco Lui in qualità di testimoni, il saluto a don Gino è proseguito in maniera più informale in oratorio, dove è stato preparato un rinfresco di benvenuto.

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