Consiglio sulla Sanità,
Rossi in trincea, Toscani
conferma l’allarme
Nella foto il consiglio comunale di giovedì
CASALMAGGIORE – Decine tra cittadini e amministratori comunali hanno assistito giovedì sera alla seduta del Consiglio comunale di Casalmaggiore dedicata agli sviluppi della riforma sanitaria regionale e alla delicata situazione dell’ospedale Oglio Po. Due dunque i binari percorsi nella lunga discussione: la necessità di ripensare la suddivisione dell’ATS Val Padana, che vede ancora una volta il territorio dell’Oglio Po diviso in due diverse province, e un forte appello a interrompere il progressivo depauperamento del nosocomio di Vicomoscano. Due argomenti solo apparentemente slegati: è chiaro che se l’ospedale per acuti rimanesse governato da Cremona e il riabilitativo di Bozzolo da Mantova, sarebbe ben difficile pianificare investimenti e cure tra le strutture del territorio.
In apertura della seduta, voluta dai gruppi di opposizione, il sindaco Bongiovanni ha riassunto la situazione. La bozza di riforma prevedeva una ATS Val Padana (comprendente le province di Cremona e Mantova) con compiti di pianificazione, divisa tra due Asst (le ex Aziende Ospedaliere) che seguivano i confini provinciali, fatta eccezione per il viadanese aggregato a Cremona proprio per preservare quell’unità dell’Oglio Po che perseguì chi realizzò l’ospedale oltre vent’anni fa. In visita a Vicomoscano, il presidente Maroni ribadì che la Regione era aperta a modifiche condivise sul territorio, e così la legge approvata l’11 agosto è stata corretta a seguito delle rimostranze da un lato dei cremaschi (che chiedevano l’autonomia con una loro Asst) e dei mantovani, che tutti assieme chiedevano di rimanere uniti sotto le direttive del Poma di Mantova. Due istanze accolte da Maroni, che hanno portato appunto alle tre Asst e alla nuova divisione dell’Oglio Po in due diverse entità.
I sindaci casalaschi, presi in contropiede, tentano ora di convincere i colleghi mantovani dell’Oglio Po a ripensare la situazione, da qui il mandato al sindaco Bongiovanni di muoversi nei vari ambiti per riconquistare l’unità territoriale. A peggiorare la situazione, il fatto che sia Casalmaggiore che Viadana a questo punto rischiano seriamente di perdere il proprio Distretto sanitario. Infatti la legge prevede la possibile di mantenere un ambito distrettuale, ma a patto che la zona interessata accolga almeno 80mila abitanti. Livello che l’Oglio Po unito raggiungerebbe, ma non diviso. Un’ancora di salvezza può essere la data del 31 ottobre, entro la quale è possibile consultare la Commissione Sanità per valutare l’impatto di eventuali modifiche, e quindi apportarle.
Allarmata dalla situazione, l’associazione “Amici dell’Oglio Po”, che negli scorsi anni ha raccolto circa 800mila euro utilizzati per potenziare l’ospedale, ha redatto un documento da sottoporre ai consiglieri regionali, ai sindaci e amministratori pubblici dell’Oglio Po, ai gruppi politici e ai sindacati. A illustrarlo, definendo i dettagli della situazione, ha pensato il suo presidente Claudio Toscani, cui il sindaco ha dato la parola dopo la sua introduzione. L’ospedale Oglio Po, ha affermato il dottor Toscani, è l’unico per acuti del territorio, è ospedale di primo livello, ha pronto soccorso sede di Dea e tanti altri servizi che ne fanno una risorsa insostituibile e da difendere. «Non capisco – ha aggiunto – la decisione di questo territorio unito e coeso. Negli ultimi anni 15 dirigenti medici sono evaporati, e gli adeguamenti strumentali sono venuti grazie al nostro apporto, cioé dagli amministratori locali e dalla nostra gente. Il nostro obiettivo è l’ambito distrettuale Oglio Po. Questo – riferito agli amministratori presenti – è il vostro momento di dare una svolta positiva alla politica locale e all’Oglio Po. I tempi sono limitati, siate coesi come la gente che rappresentate».
Un discorso sentito, privo di polemica ma tutto rivolto a risvegliare l’orgoglio di appartenenza che portò decenni fa politici lungimiranti a pensare oltre i confini della burocrazia, un’opera che i loro discendenti rischiano seriamente di compromettere. Anche Maurizio Toscani, neoconsigliere del Listone, ha lamentato i continui tagli cremonesi che stanno provocando una fuga di pazienti già iniziata. Oltre a Toscani, questo consiglio aperto ospitava il direttore del presidio ospedaliero Oglio Po Rosario Canino e il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Cremona Camillo Rossi. Questi aveva l’ingrato compito di sostituire il direttore generale Simona Mariani, rappresentando il centro decisionale accusato di aver depotenziato Vicomoscano lasciando scoperti primariati e tagliando dirigenti.
Il dottor Rossi è partito incitando i sindaci dell’Oglio Po a rimanere uniti, lasciando aperto uno spiraglio al mantenimento di una sede distrettuale anche senza arrivare a 80mila abitanti appellandosi alla basa densità abitativa, e dicendo che in ogni caso i confini delle Asst, in uno stesso ATS, non sono un muro invalicabile nella pianificazione dei servizi («ad esempio l’ambito psichiatrico rimarrà unico»). Il dirigente ha quindi difeso le scelte cremonesi riguardo alle sostituzioni sempre fatte: «Questo è un ospedale per acuti e si avvarrà sempre di professionisti adeguati. Quello che possiamo fare lo facciamo, l’obiettivo è la migliore cura possibile per le persone».
Parole che non hanno soddisfatto le perplessità dei consiglieri, come Pierluigi Pasotto, autore di un efficace intervento che ha indispettito lo stesso Rossi. «Certo – ha affermato – che il cittadino può scegliere dove andare, ci mancherebbe, ma se può restare vicino a casa è meglio. Nel 2011 proprio qui ci fu un Consiglio comunale aperto per la preoccupazione dovuta al mancato turnover sui primariati. Giunsero ampie rassicurazioni, ma oggi i primariati vacanti sono aumentati e due sono stati tolti dalla pianta organica. Poi c’è il problema del punto nascita, con l’impoverimento che ha abbassato il numero di parti. Domandiamoci perché oggi sono solo 400 qui e 700 all’anno ad Asola. E poi: io tempo fa fui operato da un medico all’Oglio Po. Fui soddisfatto, ma oggi quel medico non c’è più. Secondo lei la prossima volta dove andrò?». Pasotto ha poi elencato i numeri impietosi della tabella che vede i primari diminuiti di 2 unità e i dirigenti di 15 unità in soli 4 anni e mezzo. «Non possiamo permetterci – ha concluso – che cali la fiducia della gente nell’ospedale. Lei ribadisce che rispetto al 2011 si sono mantenuti gli standard qualitativi?».
Rossi ha ribattuto che, rispetto ad allora, nuove figure si sono affacciate all’Oglio Po, come urologi, oculisti e altri, e che quanto alla riduzione degli organici, la spending review in quegli anni ha costretto tutto il Paese a tagli, e anche Cremona non si è sottratta, nella misura del 10%. «Valutiamo gli standard qualitativi – ha suggerito Rossi – e domandiamoci perché pazienti di oltre Po vengono da noi». Il momento più alto della tensione è giunto quando Pasotto ha domandato: « Quanti primariati non avete rinnovato a Cremona?». Rossi ha risposto che la riduzione del 10% era un criterio su base aziendale, risposta che ovviamente è stata accolta in sala con parecchi mugugni.
Claudio Toscani ha poi confermato che al punto nascita mancano tre ginecologi, concludendo: «Il dottor Rossi ha detto di aver fatto quel che doveva fare, è evidente che prima viene Cremona e poi noi. Domandiamoci però perché i sindaci mantovani sono contenti della gestione dell’ospedale di Pieve di Coriano, e lo affermano pubblicamente, una situazione per tanti aspetti simile alla nostra, e questo non deve valere per noi. Forse perché loro sono gestiti da Mantova e confinano con province diverse ma tutte di diverse regioni?».
Il consigliere Calogero Tascarella ha rimarcato la differente situazione tracciata da Toscani rispetto a Rossi, e detto che alla luce delle promesse cremonesi sfumate del passato sarà ancora più difficile convincere i sindaci mantovani a cambiare la loro decisione. Al termine della seduta è stato approvato all’unanimità un documento che chiede alla Regione di rivedere la decisione, e all’Azienda ospedaliera di Cremona che si facciano gli investimenti necessari sull’ospedale Oglio Po. Documento che prende atto della proposta degli “Amici dell’Oglio Po”, che verrà discussa probabilmente nella prossima seduta consigliare.
Quanto alla attesa sostituzione dei primari vacanti, Rossi ha tranquillizzato in merito a Ostetricia e Ginecologia e Ortopedia, mentre per quanto riguarda Chirurgia servirà attendere la nascita dell’Asst. Subito dopo però una precisazione: «Il mandato di questa direzione scadrà il 31 dicembre 2015, quindi io dico quel che vogliamo fare, poi toccherà agli altri».
Vanni Raineri
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