Cronaca

Sanità, Viadana divisa
da Oglio Po mantovano?
Cavatorta: “Irricevibile”

Nella foto due momenti della recente visita di Maroni all’Oglio Po: la questione Sanità resta calda

VIADANA – Sin qui si era detto, unico tra i sindaci mantovani a non firmare un documento contrario alla riforma regionale della Sanità, soddisfatto dei cambiamenti che il Pirellone aveva deciso e della nuova geografia. Stavolta però, dopo le ultime novità e indiscrezioni in arrivo da Milano, Giovanni Cavatorta, sindaco di Viadana, si dice contrario alle ultime prospettive. Impossibile secondo il primo cittadino, confortato in questo anche dall’intervento che l’assessore regionale (e consigliere comunale) Gianni Fava fece dinnanzi al governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni in visita all’ospedale Oglio Po, dividere Viadana dal resto del territorio Oglio Po.

“Da voci milanesi – precisa Cavatorta – sembrerebbe che, nella nuova definizione delle Asst, un compromesso tra alcune forze politiche di maggioranza e opposizione sia stato trovato inserendo il comune di Viadana sotto la Asst di Cremona mentre il resto dell’Oglio Po mantovano rimarrebbe sotto quella di Mantova. È una proposta irricevibile. Da sempre abbiamo creduto nell’unità di questo territorio che per troppo tempo ha dovuto subire la divisione di un’Asl mantovana e i servizi ospedalieri cremonesi”.

Cavatorta fa poi una breve cronistoria della questione. “Nella prima ipotesi, che prevedeva tutto l’Oglio Po mantovano nell’Asst cremonese, pur con spirito attento e improntato alla comprensione di questa eventualità, vi avevamo visto tale opportunità da cogliere. Quest’ipotesi di Viadana sotto Cremona e del resto dell’Oglio Po sotto Mantova, se confermata, non sarebbe che uno spostare il confine di questa divisione un po’ più a Est. È vero che così Viadana avrebbe servizi e ospedale sotto un’unica sede di riferimento ma senza gli altri comuni sarebbe “un’anatra zoppa”. Piuttosto che una soluzione del genere, che tutto rimanga così com’è con gli innumerevoli e annosi problemi che questo comporterebbe e che subiamo quotidianamente da decenni, cioè di un territorio che ha servizi sotto una sede e l’ospedale di riferimento sotto un’altra, un po’ figli di nessuno… Purtroppo significherebbe che, per miopia politica, non verrebbero capite le potenzialità per un territorio intero di un’unificazione di servizi e ospedale. Un’occasione sprecata”.

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