Cronaca

Un Festival sempre
più “international”,
sempre più di qualità

Nella foto, l’accoglienza in Santa Chiara

CASALMAGGIORE – È come se fosse il primo giorno di scuola. Si rivedono volti noti, ci si abbraccia ripensando al percorso condiviso l’anno prima, si stringe la mano al nuovo, un nuovo che avanza a passi fenomenali, con note che solo gli allievi del Casalmaggiore International Music Festival sanno riprodurre ormai da 19 edizioni. E quella aperta lunedì mattina, con la prima accoglienza presso la Fondazione Santa Chiara di via Formis, da sempre epicentro della rassegna, conferma numeri da record in fatto di presenze (centocinquanta tra studenti ed insegnanti) e di concerti (ormai si supera costantemente quota cinquanta). Coi saluti very british del presidente dell’associazione Amici del Casalmaggiore International Music Festival, Angelo Porzani, e del sindaco maggiorino Filippo Bongiovanni, i giovani talenti selezionati per la kermesse sono stati accolti in città e con l’entusiasmo che contraddistingue le direzione artistica di Ann Shih hanno iniziato un’avventura, tra masterclass ed esibizioni pubbliche, che durerà per venti giorni. Concerto di benvenuto alle ore 17,45 nella Cappella di Santa Chiara, poi show inaugurale in serata, alle ore 21,15, nel cortile del Museo Diotti, dove allievi e docenti insieme daranno un primo saggio della qualità musicale a disposizione di casalaschi e non sino al 26 luglio.

“Gli studenti qui si sentono come a casa. Casalmaggiore è un luogo unico, speciale, capace di offrire la migliore atmosfera del mondo per questi giovani musicisti”: così Ann Shih, dopo la presentazione dei colleghi che si occuperanno di tutto, a livello organizzativo e docente. Dall’immancabile Taras Gabora all’instancabile Alheidys Schneider, dalla factotum Roberta Ropa agli insegnanti Megumi Masaki, Neil Goren, Giacomo Battarino, Giovanni Gnocchi, Nay Wan Hu e Lucie Hall, seduti al tavolo dei relatori insieme ad Vittorio Rizzi e con di fronte giovanissimi musicisti provenienti da ogni parte del globo. “Il Festival prosegue la sua tradizione – chiosa Angelo Porzani -, oltre alla musica da camera anche quest’anno proporremo concerti con orchestra ad archi ad accompagnare i solisti, quindi esibizioni aperte ad un pubblico trasversale. E poi avremo l’onore di ospitare Ryan Wang, che a soli otto anni ci proporrà un concerto con pianoforte accompagnato da un’orchestra ad archi”.

Simone Arrighi

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