Calvatone, progetto
ambizioso per esaltare
la biodiversità dell’Oglio
Nella foto i protagonisti della conferenza stampa
CALVATONE – Un progetto legato alla biodiversità, per aiutare la natura laddove la stessa non può arrivare. Perché biodiversità è prima di tutto sopravvivenza, anche della specie umana. Di fatto un corridoio all’interno della Pianura Padana, che rischia sempre più la desertificazione, che consenta di favorire un corretto bilanciamento tra economia agricola e rispetto della natura, tra territorio e attività produttive. Un percorso ambizioso, che ha richiamato partner di spessore e di sicuro affidamento, come l’Università dell’Insubria e l’Università di Padova con il dipartimento Tesaf, che con i loro ricercatori collegati via Skype hanno presentato mercoledì mattina, presso la sede del Parco Oglio Sud di Calvatone, l’Ecopay Connect Oglio Sud.
Tre diverse fasi, per tre diversi soggetti operativi interessati, che collaboreranno tra loro per una finalità comune. Come Alessandro Bignotti, presidente del Parco Oglio Sud, e Giuseppe Torchio, presidente del Gal Oglio Po che sostiene l’iniziativa assieme al Consorzio Forestale Padano, hanno più volte sottolineato, l’intenzione è di realizzare entro luglio 2017 un piano dell’opera concreto e puntuale dal costo di 240mila euro, di cui 140mila finanziati da Fondazione Cariplo, che possa poi essere candidato a bandi specifici per la sua realizzazione.
Si tratta di interventi strategici che aiutino dal punto di vista naturalistico e della biodiversità il Parco Oglio Sud: tre i differenti piani di lavoro. Graia, come ha spiegato Chiara Luviè, dovrà analizzare l’intero ecosistema del Parco Oglio Po, implementando gli studi già presenti con nuove ricerche che favoriscano un quadro più completo. Etifor, di fatto uno spin off dell’Università di Padova, cercherà invece, come ha spiegato Alessandro Leonardi, di trovare servizi ecosistemici, ossia metodi economici per investimenti ambientali sulle progettualità del parco. Infine Blu Progetti, stando alle parole di Massimo Sartorelli, indicherà uno o più studi di fattibilità che possano migliorare l’asta fluviale dell’Oglio e di tutta la zona circostante dal punto di vista naturalistico, indicando anche una mappatura di benefici che tutto il territorio potrebbe trarre da questi progetti.
Un percorso che dapprima dovrebbe finire in un prezioso volume, che farà da paradigma anche per il futuro e poi, se il finanziamento sarà messo a disposizione, potrà finalmente vedere la luce, migliorando la qualità dell’acqua, favorendo la diversificazione fluviale dell’alveo e delle lanche e deframmentando l’habitat sulle rive del fiume, con interventi anche di conservazione faunistica. Tutto questo a completamento di processi già in atto e in qualche caso già completati, come Carlo Brambilla, direttore del Parco Oglio Sud, ha sottolineato, e scegliendo i migliori nel campo della ricerca e della progettazione, come ha evidenziato invece il coordinatore del progetto Fabrizio Malaggi.
Giovanni Gardani
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