Cronaca

Totòtruffa o ipnosi?
Nei guai ex dipendente
delle Poste di Marcaria

Nella foto una scena del film Totòtruffa, al quale sembra ispirata questa vicenda

MARCARIA – Potrebbe sembrare una storia uscita da un brillante film in stile neorealistico. Una vicenda alla Totò se non fosse stata raccontata e rivissuta martedì in un’aula del Tribunale di Mantova, dove il protagonista di questa storia ha patteggiato una pena di due anni e due mesi per aver sottratto 15mila euro nell’ufficio postale di cui era dipendente.

Veramente il protagonista sarebbe colui che l’impiegato accusa di furto, se non si trattasse di un fantasma, un’ombra evanescente  svanita nella nebbia di questa tragicomica vicenda. I fatti risalgono a due anni fa quando l’impiegato venne sospeso dopo la sparizione della consistente cifra. L’uomo, che prima di allora non aveva mai dato adito a sospetti o a comportamenti irregolari, si  è difeso dicendo che un giorno si era presentato allo sportello un uomo, che lui conosceva essendo un utente abituale dell’Ufficio, immaginando fosse un commerciante del territorio. Una mattina, tra un’operazione e l’altra, questa persona in via confidenziale gli aveva chiesto 15mila euro in prestito, garantendogli che il giorno dopo sarebbe tornato per restituirglieli. Per niente insospettito l’impiegato, approfittando della consistente presenza di liquidi in cassa, non ha avuto problemi a consegnargli la cifra richiesta sottolineando però il particolare di essersi sentito come ipnotizzato da quell’uomo.

Sì, perché al di là della fiducia o meno che poteva avergli suscitato, quel cliente lo aveva come stordito, inebriato, costringendolo ad esaudire la sua richiesta senza alcuna possibilità di fare diversamente. I giudici mantovani, pur ascoltando attentamente il racconto, non si sono resi disponibili a credere all’ex impiegato, anche perché le ricerche di quel misterioso personaggio  incantatore non hanno dato esito. Oltre ad avere perso il posto di lavoro, l’impiegato adesso dovrà scontare una dura pena e restituire i soldi all’ente presso cui era occupato.

Rosario Pisani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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