Sul Macello Ghinzelli
si muove ‘Casalmaggiore
la nostra casa’
Nella foto, lo sciopero presso il Macello Ghinzelli
CASALMAGGIORE – La difficile condizione dei lavoratori del Macello Ghinzelli di Viadana verrà discussa anche nel prossimo consiglio comunale casalese. Il gruppo di minoranza ‘Casalmaggiore la nostra casa’ ha infatti protocollato lunedì un ordine del giorno relativo alla vertenza sindacale che riguarda l’azienda viadanese e diversi operai provenienti dal territorio casalasco. Da una parte sindacati di categoria e lavoratori, dall’altra i titolari, “a causa dell’intenzione della proprietà di spostare i lavoratori dalla linea di macellazione mettendo in quel reparto operai delle Cooperative esterne che evidentemente svolgono le stesse mansioni a costi decisamente inferiori”, precisa l’odg firmato da Pierluigi Pasotto, Calogero Tascarella e Francesco Bini.
“Una scelta – prosegue il documento – che squalificherebbe professionalmente persone al lavoro in azienda da trenta, quaranta anni e non disposte a vedersi sottrarre circa 300 euro in busta paga per il cambio di mansione. Tenuto conto che la situazione è precipitata e, dopo alcuni giorni di sciopero ad oltranza, la proprietà ha annunciato che, nel caso non vengano accettate le condizioni di ‘riconversione professionale’, procederà ad aprire la procedura di mobilità, che in parole semplici significa il licenziamento collettivo, e considerato che circa 150 lavoratori, diversi residenti nel nostro comune, rischiano in questo modo di perdere il lavoro con conseguenze per le rispettive famiglie, in queste occasioni i lavoratori-cittadini non possono essere lasciati soli”. Oltre ai sindacati, “anche la componente politico-amministrativa non può sottrarsi”: questo il richiamo di ‘Casalmaggiore la nostra casa’ che chiede un impegno al sindaco Filippo Bongiovanni ed al consiglio comunale per “rendersi parte attiva nel tentativo di risoluzione di questa dolorosa controversia tra parti sociali e proprietà, perchè 150 posti di lavoro e la dignità delle persone che li occupano sono e rimangono un patrimonio di tutti”.
S. Arr.
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