Accuse e gossip:
s’infiamma la campagna
elettorale viadanese
Nella foto, il municipio di Viadana
VIADANA – Se non incandescente, sicuramente alta è la temperatura che sta assumendo la campagna elettorale a Viadana. Si era cominciato quasi un mese fa con i soliti manifesti strappati dei vari candidati (sopratutto preso di mira Dario Anzola, ex vicesindaco) ripetendo un rituale ormai scontato in ogni occasione del genere. Si è poi passati alle missive anonime spedite attraverso e-mail fasulle con le quali si attaccava il candidato di turno. Qualcuno direttamente si è rivolto poi al consorte di una signora in lista suggerendogli di convincere la moglie a ritirarsi dalla competizione: “Sai, avete un negozio frequentato, quotidianamente a contatto con un pubblico variegato. Potreste rischiare di perdere quella clientela che non condivide la vostra scelta politica”. Persino il recente incendio doloso a Cogozzo dove una catasta di legname è andata a fuoco di notte si è trasformato nel pretesto per gettare una luce sinistra su un altro candidato vittima del rogo.
Una delle ultime voci velenose prendono di mira un altro aspirante alla carica di primo cittadino insinuando di sfruttare l’archivio di una precedente attività per effettuare un sondaggio telefonico allo scopo di prevedere quali saranno le scelte nel segreto della cabina. Niente di illegale in questo ma probabilmente i rivali ne intravedono una poco elegante etica professionale. Per quanto poco affidabili risultino ultimamente i sondaggi anche perché complicato prevedere cosa sceglieranno gli elettori alle prese con sei candidati sindaci e circa 250 candidati in lista la stragrande maggioranza dei quali almeno la metà non hanno mai frequentato la sala consiliare del municipio. Per finire, in tutto questo susseguirsi di chiacchere e garbugli, non potevano mancare le vicende boccaccesche con attribuzioni di amanti e spasimanti per delegittimare a sproposito. Ma di questo tipo di attacco solo un Silvio Berlusconi potrebbe trovare vantaggio per ricavarne popolarità e consenso.
Rosario Pisani
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