Pomì, il ko di Novara
dice che si può fare
Mazzanti arma in più?
Nella foto (© Sessa), Mazzanti catechizza Bianchini
CASALMAGGIORE – Se Novara è una montagna, ora la Pomì sa di avere scarponi e picozza adatte per scalarla. C’è un misto di amarezza e consapevolezza lasciato in eredità dal Pala Terdoppio, che attende lo scudetto da 15 anni eppure ha dovuto patire le pene dell’inferno contro la scatenata squadra di Davide Mazzanti. L’esultanza di Novara, dopo avere vinto una maratona durata quasi due ore e mezza, con un tie-break deciso da una cattiva combinazione Skorupa–Gibbemeyer (capita anche alle grandi di sbagliare), non era la solita: era più rabbiosa, più grintosa, più piena. Come se anche le piemontesi di Pedullà avessero capito il rischio che avevano appena corso.
Abituata a vincere facile, in particolare in casa dove in campionato ha subito solo da Busto Arsizio al tie break e ha concesso punti, sempre al quinto set, solo a Modena e Firenze, la corazzata Novara mai come stavolta ha sentito la paura, con la Pomì Casalmaggiore capace di prendere il primo e il terzo set, passando due volte in vantaggio e di sprecare l’iniziale +3 nel cuore del tie break, quando la folgore di Gibbemeyer in primo tempo sembrava avere ammazzato la partita. Peccato davvero, perché sarebbe stata un’impresa unica nel suo genere, o forse no: semplicemente sarebbe stato l’ennesimo miracolo di un gruppo che, pur risicato nei numeri (otto giocatrici di fatto e Ortolani che al quarto set non può purtroppo dare una mano causa crampi), ha dimostrato che la coesione d’intenti e l’imprevedibilità sono fattori che valgono anche più del budget: a tal proposito, non scordiamoci che la Igor Novara mette sul piatto il triplo di quanto possa investire Casalmaggiore.
Rimane il rammarico per essere state ad un passo da infliggere a Novara il primo ko nei playoff, dopo che la squadra di Pedullà aveva fatto percorso netto contro Bergamo ai quarti e contro le campionesse di Piacenza in semifinale. Del resto che le piemontesi hanno perso solo tre volte anche nell’intera regular season e in ben due casi al tie-break, dunque meriterebbero lo Scudetto, senza tema di smentita. Ma c’è anche una sensazione nuova, quella di una sfida che potrebbe essere più alla pari di quanto non si credesse all’inizio.
Il dubbio è che Novara, dopo lo spavento e la rilassatezza iniziale (inconsciamente indotta dalla consapevolezza di essere le più forti), possa alzare il ritmo e arrivare al PalaRadi di Cremona già domani con un piglio diverso, lasciando meno spiragli alla fantasia della Pomì, a sua volta giunta ai massimi livelli grazie anche all’adrenalina in circolo dopo il ribaltone in semifinale: però Casalmaggiore ha una certezza e si chiama Davide Mazzanti. “Vado a studiare qualcosa per bloccare la squadra più forte” aveva detto subito dopo Conegliano. Ha mantenuto la sua promessa. Alle sue ragazze il compito di proseguire il capolavoro. Vada come vada, è già un successo: però fare penare Novara ancora un po’ non sarebbe affatto male…
Giovanni Gardani
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