Tasse e tariffe:
il centrosinistra
attacca Bongiovanni
Nella foto, il municipio di Casalmaggiore
CASALMAGGIORE – “Ma che cos’è la destra, cos’è la sinistra”: parte da Giorgio Gaber la critica della portavoce del gruppo civico ‘Casalmagiore la nostra casa’ Annamaria Piccinelli nei confronti dell’amministrazione comunale casalese. Tema, tasse e tariffe presentate in sede di bilancio preventivo dal sindaco Filippo Bongiovanni e dall’assessore Marco Poli. “Chissà se Giorgio Gaber sarebbe d’accordo, ma secondo noi qualche differenza tra destra e sinistra c’è e la presentazione del bilancio preventivo e altre notizie recenti danno l’occasione per parlarne”: esordisce Piccinelli. “Il sindaco Filippo Bongiovanni dice ‘vorremmo cercare di coprire il più possibile le spese tentando di far pagare i servizi soprattutto a coloro che ne usufruiscono’. Questo è un perfetto approccio di destra: partire da un problema contingente come far quadrare i conti e applicare una soluzione a responsabilità individuale, aumentando cioè le tariffe trasformando tendenzialmente i servizi sociali in prestazioni a pagamento. Quindi i bambini del nido pagheranno il 40% in più per i pasti e pagheranno molto di più la retta mensile stessa visto il netto abbassamento delle fasce ISEE, i bambini delle materne pagheranno di più il trasporto. Gli anziani, pagheranno di più le prestazioni domiciliari e il soggiorno alla Casa al Mare e nel frattempo il nuovo Cda del Busi ha aumentato per tutti di quasi 30 euro al giorno le rette fuori graduatoria e taglia la festa del 2 giugno”.
“Tutto perfettamente legittimo – scrive Piccinelli -, ma vorremmo proporre alcune osservazioni. Una molto banale: la frase ‘Politiche per la famiglia. Proponiamo sconti tariffari’ che campeggia nel programma di Bongiovanni è stata un errore di stampa? Ma soprattutto da sinistra ci chiediamo se la copertura delle spese debba essere l’unica linea guida e se la soluzione sia solo spostare a tavolino i pochi soldi? L’approccio di sinistra parte invece da principi etici, bussole imprescindibili, riassumibili nella solidarietà sociale, con la quale si cerca di equilibrare la realtà. Perché le case di lusso si vedono dimezzata l’Imu mentre si fanno le pulci sugli ISEE, comunque drammatici, di chi accede al Carrello sociale e si decide di sospenderlo? Anche rispetto alle categorie sociali considerate più forti e quindi tradizionalmente più care alla destra come i commercianti, che senso ha togliere la tassa sull’ombra e alzare tutte le altre tariffe?”
“Oggi – prosegue Piccinelli – la bottega del centro versa in gravi difficoltà mentre ha una grande funzione sociale, aspetti trascurati anche dalla sinistra concentrata sul lavoro dipendente in quanto storicamente più debole. La soluzione non ci sembra quella di creare sperequazione tra categorie fragili limitandosi a tirare la coperta di qua e di là, ma inventarsi nuove azioni. Invece di ridurre in modo poco significativo il biglietto del teatro o fare sconti del 15% in farmacia comunale a dipendenti comunali, amministratori e loro famiglie, perché non far raggiungere a spettatori e clienti buoni da spendere nelle botteghe del centro? Certo l’approccio di destra è più semplice, quello di sinistra è più complesso, ma il primo tampona di volta in volta e dà contentini a questo e a quello, il secondo, partendo da principi generali, ha le basi, se vuole, per trasformare le gabbie ragionieristiche in politica per le persone”.
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