Cronaca

Rivarolo, allarme dei
piccoli comuni: “Patto
stabilità da rivedere”

Nella foto, un momento del convegno

RIVAROLO DEL RE – Tra le iniziative del centenario di Rivarolo del Re, si è tenuto venerdì sera in teatro comunale un convegno sul futuro dei piccoli Comuni alla luce della riforma dello Stato e in particolare del decreto Delrio. Invitati gli amministratori dei comuni dell’area Oglio Po. A fare gli onori di casa, il primo cittadino rivarolese Marco Vezzoni, che ha ribadito la necessità di rivedere il patto di stabilità, evidenziando le problematiche quotidiane che i sindaci devono affrontare tra tagli lineari ed esigenze della comunità locale, nel mezzo di una riforma delle Istituzioni, con problematiche che vanno dal personale alla gestione associate delle funzioni: “ci hanno eletto ad amministrare, ci mettano nelle condizione di amministrare”.  Certo ogni riforma deve esser graduale e supportata da adeguate risorse per evitare default di enti. Su tali tematiche è intervenuto il presidente della Provincia di Cremona, Carlo Vezzini, che ha presentato la riforma Delrio e le problematiche connesse, auspicando intervento del Governo con chiare tappe e correttivi per portare ad una concreta riforma e per garantire continuamente servizi al territorio.

Il sottosegretario Daniele Nava, con lunga esperienza da amministratore, ha affermato come fare il sindaco di piccoli comuni è come fare volontariato, per il bene del territorio in mezzo a mille difficoltà “il campanile non è un male. Il dato numerico tra zone densamente popolate ed aree rurali no può esser paragonato, perché i queste ultime va salvaguardato un tessuto sociale e territoriale differente. “Il momento non è facile. Si era pavevtata la cancellazio e delle Province perche fonte di sprechi si diceva, in realtà nessun risparmio è stato fatto. Quello che è evidente è che stan già mancando servizi essenziali. Non è che cancellando un ente si risolvono i problemi”. “Certo la riforma del titoli V porterà all’incostituzione dell’ente provincia in quanto tale, ma come si può pemsare che essendo la Lombardia come uno stato con più abitanti del Belgio ed un quarto del Pil nazionale, non è possibile pensare che c’è uno stato, una regione depotenziata e oltre mille comuni ed in mezzo nessun livello di governo che vada a sostituire la Provincia”. “Un dovere per Regione Lombardia delineare un modello lombardo di governance non come ha inteso e fatto la riforma Delrio. Come ricondurre le aree? Tre tipologie di aree. La Provincia di Cremona ha fià diviso in tre aree omogenee. Io credo in Lombardia 10/15 aree che superano i vecchi confini geografici. Una materia così complessa va diretta non in modo dirigistica, ma condivisa. Se lo Stato centrale non interviene sui tagli ne vedremo delle brutte. Già in Lombardia vi sono province in dissesto”.

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