Museo del Bijou,
Workshop di Primavera
aperti a tutti
CASALMAGGIORE – L’Associazione Amici del Museo del Bijou ed il Comune di Casalmaggiore organizzano i Workshop di Primavera presso lo spazio espositivo di via Azzo Porzio. Verranno proposti al pubblico per la prima volta alcuni incontri laboratoriali a tema, che permetteranno di apprendere originali tecniche di creazione di monili artigianali, dalla “Tessitura a Peyote” al “Soutache”, dal “Chiacchierino” ai bijoux in stile Vittoriano, passando per il “Quilling”, o Filigrana di carta. Saranno accolti fino a un massimo di 18 iscritti, che potranno contare su docenti preparati, materiali di qualità e adeguate attrezzature. Il costo di ogni workshop è di € 25,00. La partecipazione ai 5 appuntamenti costa € 100,00. Tutti i materiali sono inclusi.
Gli appuntamenti, che si terranno presso il laboratorio del Museo del Bijou di Casalmaggiore dalle ore 15,00 alle ore 18,00. Il via, sabato 18 aprile con Tessitura a Peyote (con perline Miyuki), a cura di Vanitage Gioielli Artistici di Brescia. Il punto Peyote trae le sue origini dal popolo dei nativi d’America: veniva usato dagli artigiani indiani per produrre borse, bracciali, collane, monili, copri-pipe ed altri oggetti che venivano usati come ornamenti per la tradizionale cerimonia del peyote, potente sostanza allucinogena. E’ una tecnica di tessitura di perline a mano, con ago e filo, senza aiuto del telaio o di altri macchinari. Le perline si dispongono in modo “sfalsato”: la tessitura perfetta si ottiene utilizzando perline provenienti dal Giappone, come le Delica Miyuki. Il punto peyote si presta ad infinite combinazioni, sia con altre tecniche, sia con vari materiali come Swarovski, pietre dure, oggetti di varia natura e forma. Saranno forniti gli accessori necessari (perline, pietre, aghi, forbicine, pinze a punta piatta e tonda, tronchesino e il filo di nylon) per la realizzazione di un bijou personale, e potrà essere acquistato un ulteriore kit per la creazione di altri monili. L’apprendimento di questa tecnica potrà produrre gioielli di rara bellezza: bracciali, collane, orecchini, ciondoli ed altri oggetti sempre originali e molto apprezzati.
Domenica 26 aprile, Quilling – Filigrana di carta, a cura di Le MaRi – Riciclare-Ricreare-Ricordare – Mantova. Usata già nel Rinascimento da suore e monaci francesi ed italiani per decorare copertine di libri e articoli religiosi, il Quilling o Filigrana di carta è una forma d’arte che consiste nell’uso di strisce di carta che vengono arrotolate, modellate ed incollate insieme per creare disegni decorativi. Molte opere d’arte eseguite con il Quilling possono essere trovate su armadi e stand, pannelli delle culle, quadri e cornici, cesti di lavoro, servizi da té, stemmi e sottobicchieri. La sua popolarità in tutto il mondo è dovuta in gran parte al basso costo dei materiali e all’ampia applicazione di questa tecnica che ha come unico limite… la fantasia. La versatilità del Quilling lascia libertà a uno svariato utilizzo: originali biglietti d’auguri, gioielli, quadri e sculture… La tecnica di base è semplice: arrotolare e modellare strisce di carta più o meno sottili per creare diverse forme, soprattutto cerchio, semi-cerchio e goccia, ottenuta semplicemente schiacciando con le mani la punta del cerchio. Una volta ottenute le forme si uniscono per creare la composizione finale: basta della semplice colla. Il workshop permetterà di apprendere semplici metodi per realizzare strisce di carta e cartoncino di incredibile precisione, nonché di utilizzare questa tecnica per realizzare ciondoli, spille, anelli e monili di stupefacente leggerezza e grazia. I partecipanti sono invitati a portare piccoli oggetti di valore emozionale da incastonare e rivalorizzare in un nuovo bijou.
Sabato 9 maggio, Gioielli al Chiacchierino, a cura di Maria Rosa Pagliari – Casalmaggiore. Il pizzo chiaccherino è una lavorazione artigianale, che risale a metà Ottocento ed era amata da regine e cortigiane. Chiacchierino, Tatting, Frivolité: tanti sono i nomi per questo pizzo realizzato con combinazioni di archi, anelli e picot o pioppolini (piccoli occhielli) e mediante l’uso di una navetta o di un ago, attorno al quale si avvolge il filato. In Italia il nome originario assegnato a questa lavorazione fu anche “occhi” per la forma dei suoi anelli con i picot; in Germania Schiffchenarbeit (lavoro con la navetta), ma è il nome inglese Tatting, indicante il brusio sottovoce prodotto dalle chiacchiere femminili, ad aver probabilmente generato l’equivalente italiano di “chiacchierino”. A partire dall’Età Vittoriana la realizzazione di questo pizzo fu un passatempo molto gradito alle nobildonne, come testimoniano quadri come Madame Dangé faisant des noeuds di Louis Tocque, Ritratto di Maria Adelaide di Jean-Marc Nattier, o Anne van Keppel, contessa di Albemarle di Sir Joshua Reynolds.
Pizzo da decorazione adatto a bordure, serve a rifinire centrini, tende e colletti, ma in questo workshop si declinerà per diventare piccoli, raffinatissimi gioielli: orecchini, o bracciali, eleganti collane o ciondoli eleganti.
Sabato 16 maggio, Queen Victoria Bijoux, a cura di Elena DP Crea – Cremona. Ricreazione, riciclaggio, riutilizzo, reinvenzione… Sono incredibili le potenzialità di un vecchio pizzo, che accuratamente ritagliato e rinforzato, diventa nido per accogliere perle e strass, pietre e objet trouvé , e trasformarsi in ciondolo e spilla di classe o anello classicheggiante, secondo i dettami e le fogge della moda vittoriana inglese. Questo workshop potrà fornire anche preziosi consigli per la migliore valorizzazione delle proprie creazioni in vetrine, mostre, esposizioni e mercatini, grazie alla preziosa esperienza di Elena De Paoli.
Sabato 23 maggio: Soutache, a cura di Simona Telò – Torre de’ Picenardi. Incontro di linee e curve che formano opere d’arte, eseguite completamente a mano, con una passamaneria. Chiamata anche “Spiga Russa”, la tecnica Soutache trova le sue origini dagli Alamari tradizionali delle casacche militari e dai decori dei sontuosi abiti di Zar e Zarine. Il Soutache, tecnica nata nell’Europa dell’Est, prende il nome da una fettuccia di viscosa (sujtas) utilizzata per realizzare gli alamari delle casacche dei militari che, cucita insieme a pietre e perle, permette oggi di realizzare splendidi bracciali e orecchini, nonché fermagli, collane e decorazioni per abiti e accessori. La tecnica del Soutache ha conquistato il mondo della bigiotteria grazie ad alcune artiste della Russia e della Polonia, che hanno riadattato e applicato la tecnica del Soutache alla realizzazione di gioielli davvero unici. Componente fondamentale per realizzare i gioielli Soutache è la piattina, ovvero una corda intrecciata a spina. Tutti i segreti per declinare la piattina in splendidi bijoux verranno svelati in questo workshop…
Mostra finale: i bijoux realizzati dai partecipanti a tutti o ai singoli laboratori potranno essere esposti nella mostra collettiva che verrà organizzata dalla fine del mese di giugno. La condizione è che le singole opere siano in qualche modo “ispirate” ai bijoux esposti al Museo, quasi a creare un simbolico ponte fra passato e futuro della bigiotteria locale. Ulteriori informazioni ed iscrizioni sul sito www.museodelbijou.it e ai recapiti 0375 284423/ 205344; info@museodelbijou.it
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