Spettacolo

Pomì, quanto pesa
il secondo posto?
Precedenti confortanti…

Nella foto la Pomì esulta

CASALMAGGIORE – Si fa presto a dire secondo posto. D’accordo la soddisfazione della piazza d’onore e la consapevolezza di avere davvero bruciato le tappe oltre ogni più rosea aspettativa. Ma in fin dei conti, quanto pesa questo secondo posto strappato all’ultima giornata proprio a Modena, che l’aveva mantenuto praticamente dalla prima giornata di campionato?

Pesa pesa, fidatevi di noi. E vi spiegato subito perché: al di là di facili entusiasmi e di possibili esagerazioni legate all’exploit del PalaPanini, la pagina di storia scritta a Modena dalla Pomì offre ora a Casalmaggiore la possibilità di andare davvero fino in fondo anche in post season: il lato del tabellone nel quale le rosa sono finite, per cominciare, appare leggermente più morbido, dato che consente di evitare sia nei quarti che in semifinale, almeno tre delle grandi sorelle, ossia Novara, favorita d’obbligo, Busto Arsizio, abituèe dei playoff, e Piacenza, campione in carica e dunque da non sottovalutare nonostante gli alti e bassi di quest’anno.

C’è però un altro dato che non può essere messo tra parentesi: dove porta, infatti, il secondo posto? L’analisi parte dal lontano, non dal primo campionato di A1 femminile in assoluto, ma dalla prima stagione in cui i playoff sono stati introdotti. Campionato 1983-1984, Bari chiude seconda e poi arriva fino in fondo, battuta solo in finale. Non è una casualità. Nei 30 tornei che seguono, infatti, 31 tenendo conto anche del primo appena citato, chi è arrivato secondo è andato in finale in ben 25 occasioni. Poi, a quel punto, la seconda in classifica se l’è pure giocata: 12 volte ha vinto la Scudetto, 13 volte si è dovuta accontentare di giocarsi comunque l’ultimo atto alla pari.

In cinque occasioni la seconda della classe ha perso di vista l’obiettivo in semifinale, con un caso peraltro recentissimo, quello di Conegliano lo scorso anno, eliminata da Busto, che come sempre dimostra di iniziare a giocare quando il gioco si fa duro. Solo in una circostanza la piazza d’onore ha portato ad un flop clamoroso: Modena, nel 2001-2002 chiuse subito dietro Bergamo, che poi vinse lo scudetto. Ma il team emiliano uscì subito, ai quarti di finale e con due sconfitte su due sul groppone, contro la sorpresissima Vicenza. Ecco, per la Pomì, l’unico esempio da non imitare è questo. Poi, per il resto, semifinale o finale, sarebbe già un traguardo da ricordare e tramandare ai posteri. E comunque la raccomandazione è sempre la stessa: se siete scaramantici, vi basta toccare ferro…

Giovanni Gardani

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