Cronaca

Cultura del territorio
Slow Town sbarca
tra i banchi di scuola

Nella foto, studenti e relatori dell’incontro

CASALMAGGIORE – A scuola di sicurezza stradale con un progetto patrocinato da Comune, Gal Oglio Po e Consorzio di Bonifica Navarolo. Gli alunni della prima Liceo Classico del polo Romani di Casalmaggiore proseguono il percorso avviato col docente di storia e geografia Giuseppe Bolsi e intitolato “Cultura del territorio”: dopo la tappa musicale di giovedì in biblioteca con Vittorio Rizzi, gli studenti hanno accolto in classe venerdì mattina il comandante della Polizia locale casalese Silvio Biffi ed il fondatore del comitato Slow Town Giancarlo Simoni. Tema dell’incontro, che ha previsto anche la proiezione di slides e un confronto con gli alunni, il sistema di moderazione del traffico proposto in via Baldesio nel maggio 2014. “Come una strada può diventare più vivibile”: ha introdotto il professor Bolsi, cedendo poi la parola a Biffi e Simoni.

Il comandante della Polizia locale ha spiegato come la zona30 in centro storico sia un traguardo già tagliato in altri paesi europei (si pensi ad Olanda e Germania, dove germogliarono le prime sperimentazioni circa 20 anni fa) e in fase di raggiungimento a Casalmaggiore, dove l’input decisivo è arrivato dal basso, dalla richiesta dei residenti di una via specifica che hanno sollecitato l’amministrazione comunale sino all’ottenimento della sperimentazione di Slow Town.

“L’obiettivo – ha sottolineato Biffi – è diminuire l’incidentalità stradale, proteggendo l’utenza debole ovvero pedoni e ciclisti”. Di zona30 come filosofia hanno parlato sia Biffi che Simoni, in riferimento al tema più ampio della vivibilità di una strada che può diventare luogo di socializzazione e di incontro. Da qui le iniziative legate a Slow Town, che ha portato a ridisegnare una via con tanto di nuovi arredi urbani e tracciato stradale realizzato ad hoc per ‘costringere’ (per dirla con Biffi) gli automobilisti a rallentare. Non solo moderazione della velocità dunque, ma riqualificazione del centro storico: anche così, tra i banchi di scuola, si fa “Cultura del territorio”.

Simone Arrighi

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