Cultura

Morandi ritorna
profeta in patria: ma
esporrà anche ad Expo

Nella foto un momento della conferenza stampa

PIADENA – Nessuno è profeta in patria, si dice in certi casi. Ma Giuseppe Morandi, che a Piadena è sempre stato molto apprezzato eppure non aveva avuto modo di esporre in “casa sua” da ormai 37 anni, finalmente potrà smentire il proverbio. Sabato prossimo verrà infatti inaugurata una mostra molto particolare, che lo stesso fotografo e cineasta, fondatore della Lega di Cultura di Pontirolo e collaboratore anche di un grande regista come Cesare Zavattini, ha realizzato nel corso degli anni, immortalando i “paisàn”, i lavoratori, ma anche i cosiddetti “padroni”, in un quadro d’insieme fatto di ritratti e di momenti di vita vissuta ideati sempre con la mano del documentarista.

Una mostra presentata mercoledì in sala consiliare a Piadena alla presenza del sindaco Ivana Cavazzini e dell’assessore alla Cultura Marica Dall’Asta, oltre a Danzio Soragni, che ha lanciato per primo l’idea di poter esporre Morandi proprio a Piadena. Peraltro, in conclusione della conferenza, è giunta la vera e propria notizia: i lavori dell’artista piadenese, infatti, troveranno spazio durante il prossimo Expo in un padiglione installato presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Il tema di questa mostra, così come quello di Expo, sarà il cibo, declinato nel caso di Morandi anche in altre culture, mostrando volti di padani doc e anche di extracomunitari intenti a mangiare con semplicità o anche seguendo particolari rituali.

Restando però sulla mostra di Piadena, Marika Dall’Asta ha spiegato che “i giovani come me hanno avuto modo di vedere le foto di Morandi solo sui cataloghi e quindi si è creato una sorta di buco generazionale di 37 anni che abbiamo inteso colmare. Non è vero che i giovani non si interessano alla Storia. Se si fanno proposte interessanti come questa, anche a carattere locale, sono convinto che possano rispondere con convinzione ed entusiasmo. Io stessa, avendo avuto un nonno agricoltore, sono rimasta affascinata dalla vita dei campi raccontata in quel bianco e nero fotografico. Ho trovato immagini molto vere e vissute, nel senso migliore del termine”.

Danzio Soragni ha evidenziato anche la collocazione temporale della mostra. “Partirà sabato, più o meno nel periodo in cui inizierà la tradizionale festa della Lega di Cultura di Pontirolo (al via venerdì 20 marzo, ndr). Simbolicamente sarà come vedere Piadena che apre gli occhi e riscopre una parte di se stessa, del suo percorso, delle sue metamorfosi, di come è arrivata fino a qui. Io stesso, nel mio nuovo negozio, ho voluto ospitare una parte della mostra: un piccolo gioiello che aprirò volentieri al pubblico. Rivedere queste foto sarà anche un modo per ritrovare volti di chi non c’è più, per onorare e ricordare il nostro passato con la stessa dignità che Morandi sa offrire, nelle sue fotografie, al lavoratore così come al padrone, all’ateo così come al parroco del paese”.

“Il mio non è mai stato un lavoro facile” ha spiegato Morandi, esprimendosi quasi sempre in dialetto stretto, a conferma del suo legame alla zona piadenese della nostra provincia “perché ho sempre bussato porte e ho sempre chiesto la possibilità di fare fotografie. Non ho mai rubato scatti, perché non lo ritenevo giusto: per questo, ad esempio, non ho mai ripreso ragazzi marocchini, perché so che per la loro religione non è positivo farsi riprendere. Sono partito dai paisàn, quelli più vicini a me, per estendere poi il concetto a tutti i lavoratori e arrivando anche ai padroni, agli industriali. In ogni foto ho avuto dignità e rispetto per tutti”.

I “Volti della Bassa Padana”, ispirata alla mostra del tedesco August Sander “I volti della società”, assieme a “I paisàn” e “Ventunesima estate” (mostra particolarissima, quest’ultima, in cui Morandi fotografa dal 1989 al 1993 il cambiamento fisico e psicologico di Giuseppe Puerari, muratore di Calvatone), costituirà l’esposizione “Lavori di terra” al via sabato. “So di essere apprezzato all’estero” ha aggiunto Morandi “e una mia mostra ha girato per un anno e mezzo il Portogallo, arrivando anche alle Azzorre. Ma esporre a Piadena, a casa mia, mi inorgoglisce. Credo sia un modo per riconoscere noi stessi, le nostre radici, il nostro percorso”. Morandi ha ricordato i suoi maestri, o padri putativi, come Mario Lodi (“nonostante i tanti contrasti”, ha detto), Gianni Bosio e ancora la famiglia Azzali, presso la quale ha avuto modo di conoscere la cultura contadina, rivelando poi una curiosità. “La mostra che vedrete si trovava in mezzo alla povere nel palazzo della Provincia di Cremona. Una decina di anni fa fu la Lega Nord di Viadana, in occasione di una esposizione nel comune mantovano, a riprenderla e sistemarla sugli stessi pannelli che vedremo qui a Piadena. Un vero e proprio restauro, che è tornato utile. Sarà una mostra sulla trasformazione, sui grandi cambiamenti: ho cercato di coglierne l’essenza nei miei scatti”.

Qualche informazione di servizio: la mostra sarà aperta sabato 21, domenica 22 e domenica 29 marzo dalle 15.30 alle 18.30 e sarà allestita in tre diversi spazi del comune: “I paisàn” sarà esposta al Museo Archeologico Platina, nell’ala storica; “I volti della Bassa Padana” al secondo piano dello stesso Museo; “Ventunesima estate” invece, come detto, presso l’Atelier Arte di Danzio Soragni in via Libertà. All’inaugurazione di sabato alle ore 10.30 sarà presente in sala consiliare anche Arturo Carlo Quintavalle, professore e storico dell’arte che ha curato la presentazione della stessa esposizione.

Infine la grande notizia dell’invito a Expo di Milano, al quale Morandi ha ovviamente risposto presente, e una chicca sull’immediato futuro. “Sto lavorando a un filmato, una sorta di mini documentario sui muratori al lavoro. Voglio intitolarlo “Corpo al lavoro” e ho già effettuato qualche ripresa a Drizzona, dunque sempre nel nostro territorio”. E dove altrimenti, conoscendo il grande amore di Morandi per la sua terra?

Giovanni Gardani

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