Cronaca

Cividale si ferma
per ricordare l’amore
di Emanuele Bertoli

Nella foto un momento del funerale

CIVIDALE MANTOVANO – E’ toccato a don Ernesto Marciò sostenere da solo un rito funebre impegnativo come quello celebrato domenica mattina a Cividale. Con tutto il difficile carico emotivo e delicato che comportava il pronunciare parole ad una comunità affranta, ad una madre, un padre, un fratello, una fidanzata ed altri parenti distrutti di fronte ad una tragedia che aveva strappato  alla vita un ragazzo di 28 anni, Emanuele Bertoli, per un’assurda e incredibile sbandata in auto.

L’incidente era avvenuto giovedì sera a pochi metri dalla casa dei genitori davanti alla quale Emanuele stava passando per recarsi dalla fidanzata con la quale da qualche mese condivideva un appartamento a Rivarolo. “Al mio fianco dovevano esserci moltissimi  altri sacerdoti che conoscono bene la famiglia Bertoli, ma sono tutti impegnati con le messe della domenica” ha spiegato il sacerdote . Molti di loro mi hanno affidato di messaggi di profondo cordoglio come quello di don Angelo Piccinelli, parroco a Cividale in passato”. Don Ernesto ha paragonato il dolore per la perdita di Emanuele a quello di Dio per il sacrificio a cui Gesù si è sottoposto sul monte Golgota. “Non rimaniate sordi a questa prova, sappiate riflettere sul significato e sulle sofferenze della vita” ha esortato il sacerdote rivolgendosi ai tantissimi giovani che riempivano la chiesa rivelando poi di essere andato a rivedere il certificato di battesimo il 7 settembre del 1986 firmato dai genitori e da padre Dante (una figura molto nota a Cividale, missionario in Pakistan e India congiunto della famiglia Bertoli). “Dobbiamo partire da quel giorno quando il seme della vita è stato piantato. Ora Dio ha voluto portarlo alla pienezza della vita eterna”.

Don Ernesto poi ha ricordato quando per la Festa di Sant’Antonio Emanuele al termine della benedizione degli animali lo ha brevemente portato in casa dai genitori, rivelando il suo grande animo e buon cuore . “Ecco, io sono portato a pensare che prima di quel terribile schianto il suo sguardo è andato alla sua casa e alla sua famiglia”. Struggente il ricordo di un amico, Marco, il quale si è presentato al microfono dell’altare privo del testo che aveva preparato “perché Emanule si sarebbe messo a sorridere, scherzoso e goliardico come era sempre”. Uno strappo al cuore anche quando il parroco ha ricordato che Emanuele e Debora, presente nel primo banco, stavano preparandosi al matrimonio. Stroncati dal dolore i genitori, col papà Erminio che per tutto il rito funebre non è mai riuscito a reggersi sulle gambe. Alla fine una lunghissima processione senza fine ha accompagnato Emanuele, sotto la pioggia, sino al cimitero.

Rosario Pisani

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