La Città dei Bambini,
14 soluzioni e una petizione
che raccoglie consensi
CASALMAGGIORE – Una raccolta firme che intende guardare oltre la politica e che infatti, come precisano i promotori della petizione, sarà indirizzata al comune e non solo all’amministrazione attualmente in maggioranza, all’intero consiglio comunale e non solo a una parte dio essa. Parliamo della petizione per una città a misura di bambino, che il Comitato Slow Town ha lanciato mercoledì scorso e che nel giro di appena tre giorni ha già superato le 100 firme.
“Parliamo di una petizione on line” spiegano i promotori “che però presto troverà anche quaderni per la raccolta firme cartaceo, sia presso Cartotecnica in via Guerrazzi, sia presso l’edicola Portobello di via Favagrossa, sia presso la Fioreria Sartori in via Vaghi: si tratta di tre commercianti che hanno subito aderito alla nostra iniziativa, carpendone l’importanza che deve essere assolutamente bipartisan. Quando parliamo di una città a misura di bambino, parliamo del nostro futuro, perché i bambini di oggi sono i cittadini di domani”.
La petizione – che, dopo la raccolta firme, sarà consegnata al consiglio comunale – si articola in quattodrici punti molto precisi. Qualcosa in più di un semplice decalogo, per ottenere sicurezza, vivibilità e socialità. Ecco i quattordici punti, presentati anche sul blog del Comitato Slow Town:
1) Priorità ai Bambini nelle politiche di governo della Città;
2) Introduzione del limite dei 30 km/h orari in tutto il Centro Storico utilizzando le tecniche di moderazione della velocità e del traffico così come richiesto dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani);
3) Percorsi Sicuri Casa-Scuola a piedi e in bici, così come prescritto dal Parlamento Europeo;
4) Ripristino dei Parchi pubblici abbandonati, incentivando collaborazioni con attività/associazioni private che se ne prendano cura;
5) Applicazione del “Piano di Mobilità Scolastica” presentato dal Comitato SlowTown;
6) Abbattimento dell’inquinamento acustico e dell’aria, incentivando una mobilità sostenibile;
7) Introduzione del “Biciplan comunale” al fine di rendere sicuri e continui i percorsi per i ciclisti, facilitando così l’autonomia dei Bambini;
8) Istituzione di un Laboratorio di rigenerazione urbana (Slow Town Lab), coinvolgendo tecnici specializzati ed incentivando la partecipazione dei Cittadini (adulti e bambini), sia attraverso il coinvolgimento nelle decisioni sia attraverso attività gestionali degli spazi pubblici;
9) Regolazione dei flussi di traffico e rilancio del centro storico, come centro commerciale naturale (Botteghe di prossimità);
10) Applicazione del Codice della Strada, contrastando il fenomeno del parcheggio selvaggio soprattutto in prossimità delle Scuole (sulle strisce pedonali, in doppia fila, in prossimità di curve ed incroci, sulle piste ciclabili e sui marciapiedi);
11) Promozione di una campagna di comunicazione informativa per sensibilizzare tutti gli utenti della strada sulle tematiche della Sicurezza stradale;
13) Istituzione di un “Ufficio Biciclette Oglio Po” per incentivare l’uso della bicicletta dei residenti ed il cicloturismo (Percorsi ciclo pedonali promossi dal Gal Oglio Po e Vento);
14) Istituzione di un “Premio Annuo di Mobilità Urbana Sostenibile” a favore di Cittadini, Bambini e Famiglie che si muovo a piedi e in bici nei loro spostamenti quotidiani verso le scuole, il lavoro ed a fare la spesa.
Di fatto vengono riassunte molte delle battaglia che il Comitato ha già affrontato anche nel recente passato. Nel centinaio di firme raccolte peraltro, una è particolarmente significativa: quella di Paolo Gandolfi, parlamentare del Partito Democratico (“ma l’appartenenza politica” ricordano dal Comitato “non conta nulla”) ed ex assessore alla Viabilità del comune di Reggio Emilia, che proprio all’esperienza amministrativa nella città del Tricolore deve la sua conoscenza dei rappresentanti di Slow Town Casalmaggiore. “Il dato che ci fa più piacere” spiegano i promotori in chiosa “è che molti, commentando la petizione firmata, hanno parlato di una battaglia giusta. Ecco, questo termine è sopra ogni divisione: la nostra vuole essere una prospettiva verso un futuro di giustizia”.
Giovanni Gardani
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