Cronaca

Vicomoscano, 571
firme per evitare
la chiusura delle Poste

Nella foto, la consegna delle firme all’assessore Carena

VICOMOSCANO (CASALMAGGIORE) – Vicomoscano lotta e si vuole tenere stretto il suo ufficio postale. Anche se la decisione appare ormai presa, confermando la nostra anticipazione di martedì che porterebbe Poste Italiane a premiare l’ufficio di Casalbellotto, aperto sei giorni su sette anziché tre, gli abitanti hanno proseguito la raccolta firme e proprio questa mattina l’hanno consegnata in comune. Il numero è decisamente importante: una frazione di poco più di mille abitanti, anche se non è mancato l’apporto di chi è arrivato anche da altre parti del comune di Casalmaggiore, è riuscita a raccogliere ben 571 autografi contro la chiusura dell’ufficio di via Giovanni XXIII. Di fatto, in media, ha firmato più del 50% dei residenti. Documenti e firme che saranno consegnati nella giornata di venerdì dal sindaco Filippo Bongiovanni all’ingegnere Paolo Rufo, direttore provinciale di Poste Italiane per Cremona, per un incontro che cercherà di sensibilizzare i vertici dell’azienda sull’argomento. Anche perché per gli anziani è difficile percorrere anche soli i pochi chilometri che separano Vicomoscano e Casalbellotto e perché, come evidenziato più volte, la frazione più vicina a Casalmaggiore, nonché la seconda più grande del comune, è sprovvista anche di una banca. Perdere le poste, a inizio aprile, sarebbe per molti residenti, specie quelli non automuniti, un problema serio.

Come detto, questa mattina le 571 firme sono state consegnate in sala consiliare: impegnato a Milano, non è stato il sindaco Bongiovanni a riceverle direttamente; al suo posto l’assessore Pamela Carena che ha accolto i fogli riempiti degli autografi dei residenti con la promessa di consegnarli nel pomeriggio al primo cittadino. Lo stesso Bongiovanni intende infatti fare fronte comune anche con il presidente della Provincia di Cremona Carlo Vezzini e con i sindaci dei comuni toccati da questi tagli (ricordiamo Ombriano e Gallignano, nel cremasco) per scongiurare una riorganizzazione definita arbitraria e poco funzionale. Senza con questo chiedere che a pagare siano altri comuni vicini, ma semplicemente pensando ad una razionalizzazione a giorni alterni, che potrebbe accontentare tutti. Ma non, evidentemente, Poste Italiane…

Giovanni Gardani

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