Raccolta firme per
mantenere le Poste
a Vicomoscano
Nella foto i due uffici postali di Vicomoscano e Casalbellotto
VICOMOSCANO/CASALBELLOTTO – La notizia ora è ufficiale, dopo la pubblicazione anche sul “Corriere della Sera” di oggi dell’elenco delle filiali che Poste Italiane intende chiudere per fare fronte ai tagli della spesa. Tuttavia i cittadini delle frazioni di Casalmaggiore non aspettano. Per questo a Vicomoscano la mobilitazione per impedire la chiusura definitiva dell’ufficio postale di frazione è già partita mediante una raccolta firme. Un gesto che, di per sé, già ieri aveva fatto da conferma indiretta ai timori palesati dal Cisl, che tramite una nota della segreteria regionale, aveva chiaramente parlato di trenta filiali in provincia di Cremona ormai prossime alla chiusura. In realtà gli uffici che saranno tagliati, stando a quanto rivelato dal Corrierone, sarebbero tre: Vicomoscano, appunto, e nel cremasco anche Ombriano e Gallignano. Uffici posizionati in zone abbastanza dense, dove si trovano cioè altre filiali vicine, per non sguarnire del tutto fette importanti di territorio. Ma un servizio in meno sotto casa, ovviamente, non fa piacere a nessuno.
La situazione casalese è particolare. L’intenzione da parte di Poste Italiane pare essere la seguente: al momento a Vicomoscano la posta è aperta sei giorni su sette, domenica ovviamente esclusa e dunque funziona a tempo pieno negli uffici di via Giovanni XXIII, in un quartiere peraltro di recente costruzione. A Casalbellotto, frazione che dista un paio di chilometri sempre da Vicomoscano, la filiale è invece aperta tre giorni su sei, ovvero martedì, giovedì e sabato mattina. Il piano di riorganizzazione, che come sempre in questi casi fa rima con tagli, prevederebbe – il condizionale stavolta è d’obbligo – la chiusura totale dell’ufficio di Vicomoscano e la novità del tempo pieno, sei giorni su sette, a Casalbellotto. Guerra tra poveri, pardon tra frazioni?
No, non proprio: per fare un esempio concreto e terra terra, a Casalbellotto esiste già anche una banca, che invece manca a Vicomoscano. La frazione più vicina a Casalmaggiore rischierebbe cioè di rimanere sprovvista di un luogo idoneo anche soltanto per un semplice pagamento di un F24 (banca o ufficio postale che sia…). Ecco perché la raccolta firme è partita: presso la tabaccheria Campanini e il fornaio Crescini in frazione, ma anche presso la gastronomia “Lo Stop” di Quattrocase, frazione solidale, in questo caso, con Vicomoscano. Già 350 le firme raccolte: non male per una petizione partita soltanto lunedì mattina. Insomma, il taglio dell’ufficio postale, da queste parti, proprio non s’ha da fare. Anche se ormai la scure è scesa…
Giovanni Gardani
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