Fatti di Cremona,
Rive Gauche: “Colpe?
Vediamo”
CASALMAGGIORE – Gli scontri tra militanti di Casa Poud e centro sociale Dordoni che hanno ridotto Emilio Visigalli in fin di vita, il corteo antifascista sfociato in guerriglia urbana, il concerto dei 99 Posse a Cremona: Rive Gauche, circolo casalese di sinistra, dice la propria rispondendo anche alla Destra Sociale maggiorina che aveva sollecitato una presa di posizione. Questo il contenuto del comunicato diffuso dal referente Gian Carlo Roseghini.
Il giorno della memoria ritardata (e scusate il sottile gioco di parole).
In netto anticipo sul risveglio della stagione primaverile ma con preciso e studiato ritardo sul tempo utile per esprimersi ecco a voi Forza Nuova. Ancora impegnata nella conta delle firme per la mirabolante iniziativa delle case agli italiani, si è evidentemente accorta con due settimane di ritardo che una squadraccia di fascisti facente capo ai camerarivali di Casa Pound ha sprangato e ridotto in fin di vita un cinquantenne padre di tre figli, storico militante del centro sociale, presente alla domenica pomeriggio per le solite pulizie dopo l’ iniziativa del sabato sera. L’artificio retorico sotteso alla fasulla solidarietà espressa nei confronti del compagno ferito, viene a galla nel corso del successivo comunicato. Colpe, responsabilità? Vediamo.
La manifestazione era nazionale, i numeri che parlano di alcune migliaia di partecipanti lo dicono chiaramente, tanto per cominciare, visto l’eco che il fatto ha avuto sui media nazionali. La presenza di persone esterne al contesto cremonese, dunque, non è mera opinione, ma dato di fatto. Le associazioni cremonesi e i partiti antifascisti del territorio hanno agito in tutta la settimana un percorso alla luce del sole, plurale e non violento. Un presidio di alcune centinaia di cremonesi sotto la prefettura venerdì pomeriggio chiarisce la natura di questo percorso, meglio di ogni parola. La manifestazione era stata pensata pacifica, e la partecipazione delle associazioni e dei partiti cremonesi dimostrava questa intenzione, senza alcun dubbio. Cosa poi è accaduto la cronaca lo ha diffusamente raccontato. La contrarietà alla gestione del corteo come voluto dal Dordoni è stata chiara, tempestiva e senza alcuna ambiguità. Dissenso politico, nel merito e nel metodo.
Così come chiara e senza ambiguità è stata la solidarietà ad Emilio e il rivendicare i valori dell’antifascismo, fondanti la nostra costituzione e la nostra repubblica. Perché ribadirli, non solo nella giornata della memoria? Facciamo i nomi, diamo i numeri. Lo abbiamo fatto col Prof. Saverio Ferrari, presentando “Fascisti a Milano”, libro sui rapporti dell’ estrema destra milanese con la criminalità organizzata e il tifo calcistico. E con “I denti del Drago”, libro dello stesso autore, sulle ramificazioni internazionali del neofascismo. Ma parliamo di vittime. Auro Bruni, ucciso a Roma il 19 maggio del 1991;? Davide Cesare, detto Dax, ucciso a Milano il 17 marzo 2003;? Renato Biagetti, ucciso a Roma il 27 agosto 2006;?Nicola Tommasoli, ucciso a Verona il 5 maggio 2008;?Abdul William Guiebre, detto Abba, ucciso a Milano il 14 settembre 2008;?Modou Samb e Mor Diop, uccisi a Firenze il 13 dicembre 2011;?Ciro Esposito, morto a Roma il 26 giugno, in seguito alle conseguenze dei colpi di pistola esplosigli contro dall’estremista di destra Daniele De Santis, il 3 maggio dello stesso anno.
Sono morti tutti per mano fascista. Nessun fascista è morto per mano dei compagni, nello stesso lasso di tempo. A questi vanno aggiunte le migliaia di aggressioni a omosessuali, migranti, studenti, attivisti dei centri sociali e di chiunque altro sia stato individuato come diverso dai “camerati”. La giornata della Memoria, appena celebrata, ricorda di quanti colori fossero i distintivi nei lager. Molti colori, diversi, come i bersagli delle aggressioni di questi anni. Come quei diversi a cui sparare, da bruciare nei mille odiosi discorsi e nelle becere battute da bar, nate da un senso comune rozzo e codino e che alimentano, assieme a questo, paure insensate.
Se Emilio non si è aggiunto a questi è perché altri militanti del centro sociale l’hanno sottratto alla furia degli aggressori. Tutto questo fa impressione, nonostante tutto l’ antifascismo cremonese ha convintamente imboccato la strada della non violenza. La frase incriminata dei 99 Posse? Più bastoni meno tastiere? Se ne parla da giorni ma è una bufala, una montatura mediatica. Resta il fatto che questi numeri da brivido, assieme a tutte le altre notizie mediaticamente ignorate, colpiscono meno delle vetrine rotte. Nonostante tutto questo, ribadiamo, la risposta delle associazioni e dei partiti antifascisti non poteva che essere civile e non violenta. Il Dordoni, con un comunicato, si prende le proprie responsabilità. Prendiamo atto. Così come ricordiamo che la responsabilità penale è personale. Risponderanno delle loro azioni sia coloro che hanno tentato di uccidere Emilio sia coloro che hanno sfondato le vetrine. Noi non siamo forze dell’ordine, la Destra Sociale nemmeno, mi risulta. Ciascuno faccia il suo lavoro.
Il dramma di quest’ epoca è il pensiero unico. Unica è la possibile politica economica, unico il modo di produzione, unico il modello di sviluppo. Unico deve essere il modo di comportarsi dei Kompagni, scritto con la k così lo capite pure voi. Purtroppo per voi non è così. A sinistra ci sono persone che san fare analisi politica, che san stare in mezzo alla gente, che sanno seminare e raccogliere il frutto del loro impegno continuo sul tessuto sociale di un territorio. Altro che iniziative spot, altro che la crisi non esiste. Entriamo nel sesto anno dei gruppi di acquisto popolare, altro che distribuzioni di viveri una tantum, all’approssimarsi delle elezioni. Sentinelle? Sentinelle sedute contro sentinelle in piedi. Goliardia contro l’oscurantismo e ottusità. Bevo contro il medio evo era lo slogan, altro che violenza. Siamo spiacenti per voi, a Casalmaggiore gira così. Per il resto ribadiamo quanto tempestivamente già scritto. A perbenisti, sciacalli, criptofascisti, opinionisti da bar, le ardue, numerose, ampollose, sentenze.