Politica

Destra Sociale sui fatti
di Cremona: “Ora nostra
sinistra dica qualcosa”

CASALMAGGIORE – Continua a fare discutere, a distanza di qualche giorno, il corteo antifascista di Cremona che è poi sfociato in un pomeriggio di devastazione per Cremona città. Dopo il parere di un sindaco legato al centro-sinistra come Velleda Rivaroli, ecco il pensiero di “Destra Sociale – Uniti per Casalmaggiore”, che candidò a sindaco alle ultime elezioni amministrative Luca Storti.

“Vorremmo esprimere un nostro parere e fare alcune considerazioni” scrive il gruppo “in riferimento ai drammatici ed inquietanti avvenimenti di sabato scorso, ossia agli scontri avvenuti nel centro di Cremona,  allorché personaggi “infiltratisi” più o meno consenzientemente in un corteo già di per se stesso pericoloso per la sicurezza dei cittadini, hanno devastato vetrine, sfasciato autovetture e ferito esponenti delle forze dell’ordine. Augurando una pronta e completa guarigione a Emilio Visigalli (il quale è rimasto vittima di un episodio comunque ingiustificabile in qualunque modo sia la verità dei fatti), ed esprimendo vicinanza a lui ed alla sua famiglia, riteniamo che, dopo il pomeriggio di guerriglia urbana di sabato, sia troppo comodo e soprattutto molto patetico per una certa  sinistra cremonese fare il gioco dello scaricabarile; la colpa, è risaputo, è una “bestia” che nessuno vuole far propria. Guarda caso tutti erano lontani dal gruppo dei facinorosi e nessuno si assume responsabilità: auspichiamo, peraltro, che gli inquirenti decidano di “castigare” duramente i responsabili che riteniamo facilmente individuabili al di là dei passamontagna e dei caschi coi quali vigliaccamente si nascondono”.

Attacco politico, dunque, come era facile prevedere. “Quei partiti e quelle associazioni che insieme inneggiavano alla manifestazione come ad una conquista di civiltà e libertà si sono limitati, all’indomani degli scontri, e con una città sfregiata ed umiliata, ad un antipatico e desolatamente codardo “noi non c’entriamo”, “non siamo stati noi”, “è colpa di quegli infiltrati”: nessuno, ad eccezione, forse, del sindaco di Cremona (il quale però aveva ben poca scelta) ha avuto il coraggio di prendere una posizione chiara e decisa a favore della chiusura dei centri sociali ben sapendo cosa contengono e cosa propongono (illuminanti a questo proposito alcune frasi della band “99 Posse” che avremo il “piacere ed onore” di ospitare a Cremona. Quel “più bastoni e meno tastiere” letto sui vari social network rende l’idea senza ulteriori precisazioni), a dispetto di quelle tanto colorate quanto inopportune bandiere della pace che spesso campeggiano trionfanti sui loro edifici “okkupati”. Nessun anatema da “Santa Inquisizione”, nessun comunicato riguardante la proposta di indagini e pesanti punizioni per i colpevoli, cosa che regolarmente succede se per caso tali reati sono commessi da qualche esponente della parte che non è la loro”.

“Siamo perciò indignati” prosegue Destra Sociale “anzitutto per aver dovuto assistere inermi allo scempio di una città come Cremona, da sempre tranquilla ed a misura d’uomo, violentatata da questi “beceri teppisti incappucciati”: dipendesse da noi, metteremmo loro nelle mani anziché il manico di un bastone, il manico di un badile per porre rimedio ai danni che hanno causato. Allo stesso tempo siamo ancora più delusi e preoccupati dal comportamento della sinistra nostrana (più associazioni “consorelle”) la quale, al di là di qualche generico e raro distinguo, non ha preso una posizione chiara, forte e decisa di condanna (e una volte per tutte) di questi episodi di violenza e follia pura che con precisa puntualità si ripetono durante queste manifestazioni  in tutta Italia, in contrapposizione a una prontezza dimostrata in altre occasioni, anche quando chi manifesta, ad esempio, sta fermo in piedi e soprattutto in rigoroso silenzio (il riferimento è alle Sentinelle in Piedi, ndr)”.

“Ebbene” conclude il comunicato, con una piccola apertura “il tempo per condannare tutto questo in modo fermo ed  inequivocabile, senza tanti giri di parole, non è ancora scaduto, il nostro plauso se vedremo iniziative in tal senso ed il nostro appoggio di condanna per ogni atto di violenza lo garantiamo sin da ora. Ma se così non fosse, saremo autorizzati a pensare ad una sorta di “tacita” complicità e di esortazione nel continuare con simili misfatti, che non fanno altro che infliggere un duro colpo, sia dal punto di vista economico (chi pagherà il conto delle devastazioni di sabato scorso?), sia dal punto di vista sociale, al pacifico convivere ed alla libertà dei cittadini”.

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