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Desalu dopo gli States:
“Esperienza importante
ma un po’ deludente”

Nella foto Desalu con Contini e Marani a Bradenton

CASALMAGGIORE – Quando ti dicono che hai trovato l’America, in genere, intendono elogiare la tua fortuna, la tua scelta, la tua lungimiranza, o tutte e tre queste doti insieme. Fausto Eseosa Desalu, lo sprinter classe 1994 di Casalmaggiore già nel giro olimpico, l’America l’ha invece assaggiata per davvero e non solo in senso figurato, spendendo due settimane a Bradenton, in Florida, a 200 chilometri da Miami. Allenamenti, esperienze nuove ma, udite udite, anche una certa delusione.

“Sono rientrato giovedì pomeriggio alle 14 a Linate e non posso certo parlare di due settimane perse o spese male: mi sono allenato al caldo, con la temperatura che oscillava dai 16 ai 22 gradi” spiega Fausto, accompagnato nella trasferta dal suo allenatore storico Gian Giacomo Contini “e non mi era ancora accaduto in gennaio. Tuttavia, non tutto è andato come si sperava, e questo è un pensiero condiviso anche dai miei compagni di spedizione, su tutti Diego Marani, mio compagno di staffetta in Nazionale”.

Un passo alla volta. Anzitutto, dall’altra parte del mondo sono così diversi i metodi di allenamento? “Assolutamente no: funziona allo stesso modo. Non voglio dire che la scuola americana sia identica a quella italiana, perché gli States sono grandi e magari in California non si allenano come in Florida. Però, per quello che ho visto io, lì alla Img Accademy di Bradenton, i vari metodi di training erano assolutamente identici ai nostri. Certo, era stimolante vedere tanti atleti che arrivavano da svariate parti del mondo allenarsi in quella struttura, davvero d’avanguardia. Ma i big dell’atletica come LaShawn Merritt, campione olimpico dei 400 metri, come Martin Rooney, campione europeo sempre dei 400, o come Darya Klishina, campionessa europea nel lungo, non li abbiamo visti, quindi non abbiamo nemmeno potuto studiare i loro metodi. Credo si siano allenati in altri momenti o in altri luoghi, al riparo da occhi indiscreti, per così dire”.

Certo però, farsi allenare da Loren Seagreve, un totem dell’atletica mondiale, non è un privilegio da tutti. “Il problema è che non ci ha allenati: la delusione, per quanto mitigata dalla bella esperienza, sta proprio nel fatto che Seagreve non poteva allenarci. Il suo contratto con la Fidal è ancora in corso di definizione, di concreto non vi è nulla, dunque noi pensavamo di andare in America a farci allenare da lui, ma in realtà è un po’ rimasto nell’ombra. Ci salutava, sapeva il nome di qualcuno di noi, era anche disponibile ma non posso dire di essere stato allenato da lui e per questo motivo un po’ di amaro in bocca mi è rimasto: in fondo un viaggio del genere serviva anche a carpire qualche segreto. Dopo di che, ripeto, per due settimane sono stato al caldo e ho seguito il mio programma, dunque non posso dire di avere perso tempo, ed è comunque un’esperienza che rifarei”.

E che rifarai… “Ad aprile saremo sempre a Bradenton, poi faremo qualche giorno alle Bahamas. Prima però, l’8 febbraio, ci sono i Campionati Italiani Assoluti ad Ancona. E, dopo la tappa americana, gli Europei under 23 a Tallinn, in Estonia, e i Mondiali a Pechino, in agosto”. Agenda fitta, insomma, senza bisogno di “trovare l’America”.

Giovanni Gardani

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