Torricella prepara
la festa: saranno serviti
oltre 800 pipèn…
Nella foto il Ristotenda già pronto in piazza Boldori e i pipèn puliti e pronti per la cucina
TORRICELLA DEL PIZZO – Se, parafrasando Giacomo Leopardi, il vero piacere è tutto nell’attesa, allora il momento clou della Festa del Pipèn, edizione numero dieci, Torricella del Pizzo lo sta vivendo in queste ore. E il paragone poetico, che pure sembra azzardato, si sposa in realtà in quelli che, nei prossimi due weekend, saranno i profumi e i sapori in piazza Boldori del comune casalasco. Ristotenda ormai pronto, maxi gazebo per il mercato al coperto di prodotti tipici (e non solo) anche, osteria per i palati più chic che ha già assunto una conformazione credibile.
Torricella del Pizzo, comune celebrato proprio per questo evento un po’ in tutta Italia (“lo scorso anno sono arrivati anche dall’estero” spiega Ernesto Marchetti, del comitato organizzatore “e i piedini erano ormai esauriti!”), ha deciso di raddoppiare: come già scritto in passato, non più un weekend, ma un duplice appuntamento, per quattro giorni totali, due sabati e due domeniche, come mai era avvenuto in passato. Decima edizione, si diceva, dunque cifra tonda e grande festa, come giusto che sia con un programma ricco di spettacolo, varietà, cabaret e buon cibo, oltre al mercato al coperto, posso il gazebo opposto al Ristotenda. Senza scordare musicisti di strada e i due musei, quello di Storia Naturale e quello degli Strumenti Musicali Meccanici.
Nel mentre il pipèn, piedino di maiale lessato, si conferma re dell’evento (assieme al pizzetto, che come al solito sarà promosso durante la quattro giorni come prodotto doc di Torricella): 350 quelli pronti da cuocere, puliti dai volontari nelle ultime ore; 850 in tutto quelli che sarà serviti nel corso della quattro giorni. L’anno scorso si raggiunse quota 700, quest’anno, spalmando la festa su quattro e non più su tre giorni, si andrà senza dubbio oltre. E non solo con questa particolare, e prelibata, portata, ma anche con altri piatti che proveranno ad accontentare anche i palati più raffinati. Sono attesi proprio per sabato mattina gli studenti della Scuola di Cucina di Cremona, come da tradizione consolidata chiamati a mettere in pratica quanto imparato nei corsi di studio: a loro e agli stessi volontari il compito di cuocere e far bollire il piatto forte della festa per non farsi trovare impreparati. Poi tutti a tavola e, senza bisogno stavolta di parafrasare Leopardi, buon appetito!
Giovanni Gardani
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