Economia

Cinghiali devastanti
nel Casalasco: arriva
piano per l’eradicazione

Nella foto un esemplare di cinghiale

MARTIGNANA DI PO – Dopo le nutrie arriva la calata dei cinghiali, che hanno iniziato la loro opera distruttrice proprio in alcune zone del Casalasco, nei comuni tra Martignana e Gussola, e che in un secondo momento si sono spinti nella zona cremonese tra Stagno Lombardo e Spinadesco, dove sono state avvistate famiglie stabili, fino a Marzalengo. Stanno letteralmente devastando i raccolti, e stanno diventando un pericolo pubblico visto che mettono a repentaglio anche la stessa sicurezza stradale. D’altronde trovarsi un cinghiale di una cinquantina di chili e i suoi piccoli davanti in strada non è consigliabile.

Per il Casalasco, come detto, questa non è una novità assoluta, ma le segnalazioni sono divenute via via più frequenti. E per la prima volta nella storia della provincia di Cremona è stata stilata dal dirigente dell’agricoltura della provincia di Cremona Andrea Azzoni, una proposta di piano di eradicazione e contenimento dell’ungulato, che sarà presto presentata al neo presidente della provincia Carlo Vezzini e al consiglio provinciale: la proposta prevede modalità di caccia che consentano di intervenire in tutta sicurezza. Dunque potranno essere usate solo munizione spezzate, ovvero cartucce a pallini. Inoltre si potrà sparare da postazioni fisse da torrette e altane. Vietata invece la battuta di caccia con cani. Di certo c’è che i cinghiali mangiano di tutto, ogni notte, e il problema dei danni che causano grufolando alla ricerca di tuberi, radici nei campi coltivati, su mais, su prati e orti è evidente, arrivando a “grattare” e dunque ad azzerare gli stessi germogli e non dando dunque nemmeno la possibilità alle pianticelle coltivate di crescere. Ecco allora la necessità, secondo l’ente provinciale, di eliminarli.

I cinghiali adulti hanno canini-zanne affilate e pronunciate, che usano come rasoi. In realtà sono cinghiali che, in molti casi, provengono da incroci con i maiali e ne hanno assunto parte delle caratteristiche come la maggior mole e la capacità riproduttiva. Hanno attraversato il Po dall’Emilia Romagna nel periodo di secca, nuotando e nella campagna cremonese lungo i fiumi hanno trovato un habitat ideale e così si stanno riproducendo a vista d’occhio. Ecco perché c’è la necessita, fa sapere Andrea Azzoni, di attuare questo piano, anche per ridurre i danni ed evitare di arrivare allo stesso scenario già visto con le nutrie. Giusto nelle scorse ore è arrivata l’autorizzazione al piano da parte dell’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, che ha dunque dato il via ai provvedimento poco fa descritti.

Silvia Galli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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