Torrione-San Rocco,
verso studio di fattibilità
Parla l’architetto Pezzini
Nella foto il Torrione estense
CASALMAGGIORE – Potrebbe rivelarsi, alla lunga, come una nuova illusione, più profonda e forse per questo più deprimente di altre. Intanto però, di sicuro, rappresenta un primo passo, con la benedizione, anzi l’investitura, ufficiale del comune. Del progetto di recupero del Torrione estense di Casalmaggiore e della Chiesetta di San Rocco con i suoi splendidi angeli in stucco si parla ormai da anni, ma ora vi è anche un progetto di recupero conservativo che possa tenere conto delle due strutture come un’unica entità.
Sin qui se n’era parlato in alcune tesi di laurea, percorsi accademici di sicuro interesse, che però evidentemente in passato erano stati snobbati come opere di buona volontà ma “fantascientifiche” e di difficile realizzazione. Non solo: di piani di fattibilità promossi dall’amministrazione comunale si era anche parlato nel 2007 e nel 2011. Ma in un caso il progetto riguardava soltanto il Torrione, nell’altro invece soltanto San Rocco. Oggi invece, come viene specificato nell’albo pretorio del comune di Casalmaggiore, per la prima volta il comune investe in un piano di fattibilità complessivo che valorizzi un percorso comune, trattandosi di due opere architettonicamente non così lontane nel tempo e soprattutto unite, mediante l’ex casa del custode, che fu anche canonica di San Rocco in passato, da un passaggio ben preciso.
Il comune aveva lanciato mediante avviso pubblico la sponsorizzazione di un piano di fattibilità, che ha ora trovato un vincitore in Gabriele Pezzini, architetto di Sabbioneta che già ha curato a Casalmaggiore il recupero di Palazzo Martinelli. Un particolare non di poco conto, perché teoricamente mette in mano Torrione e San Rocco a un professionista che ha contatti importanti anche nella Sovrintendenza delle Belle Arti, anche se, per San Rocco in particolare, l’accordo andrà ricercato anche e soprattutto con privati. Lo stesso Pezzini quanto sia prematuro azzardare tempistica e buona riuscita dell’operazione, ma si dice “soddisfatto perché per la prima volta, almeno, vi è l’intenzione di capire realmente quale sia lo stato di salute della struttura. Arriviamo appena in tempo, a mio avviso, dato che gli ultimi cedimenti anche dell’abbaino non possono essere sottovalutati”. “Non solo” aggiunge Pezzini “. Dobbiamo infatti sottolineare che in qualche caso la salute di questi colossi architettonici non è facile da diagnosticare: io stesso, durante il sopralluogo, non immaginavo che l’abbaino potesse cedere così all’improvviso. Evidentemente il maltempo ci ha messo del suo e basta davvero poco per spostare equilibri, che il tempo ha reso meno solidi. Non promettiamo miracoli, ma c’è l’intenzione di fare il possibile per non farsi sfuggire queste opere d’arte che fanno parte della storia di Casalmaggiore. Da sabbionetano doc, vedo palazzi storici splendidi tutti i giorni, anzi ne sono circondato: per questo credo sia importante non lasciarli nell’incuria e lavorare con serietà. Diciamo che questa ristrutturazione è in embrione: serviranno pazienza, tempo e fondi, ma almeno iniziamo a metterci buona volontà e qualcosa di concreto, come uno studio di fattibilità, e non solo percorsi astratti o speranze mal riposte come accaduto in passato”.
Il progetto costerebbe 8.329 euro, ma in realtà il comune e non sborserà un solo euro: questo perché l’idea della sponsorizzazione tecnica, di fatto, non porta un guadagno economico nelle casse di chi effettua il progetto, ma consente allo stesso una sponsorizzazione in luoghi molto visibili della città. Ora l’architetto Pezzini avrà 60 giorni di tempo, da contratto, per presentare la sua proposta: i sopralluoghi sono già stati effettuati poco prima di Natale. Dopo di che andrà valutata, per ottenere finanziamenti, soprattutto la destinazione d’uso dell’eventuale zona ristrutturata. Viceversa sarà particolarmente complesso, per non dire impossibile, trovare fondi, a meno che non torni all’improvviso di moda il mecenatismo…
Giovanni Gardani
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