Vicoboneghisio saluta
don Oidio, il parroco
che cercava “il nuovo”
Nella foto due momenti del funerale
VICOBONEGHISIO (CASALMAGGIORE) – Due ali di sacerdoti hanno fatto da corona alla bara di don Oidio Marinoni durante e alla fine dei funerali del parroco emerito deceduto nella casa del fratello a Vicoboneghisio. Oltre ai religiosi c’erano tantissimi fedeli in chiesa, molti dei quali provenienti anche dalle località in cui il reverendo ha professato la sua missione pastorale, tra cui Pomara di Gazzuolo.
Nella frazione di Vicoboneghisio, dove lunedì pomeriggio si sono svolte le esequie, don Oidio è rimasto per vent’anni, dal 1973 al 1993 creando attorno a sé uno straordinario clima di amicizie e conoscenze. E’ stato il Vescovo della Diocesi di Cremona mons. Dante Lafranconi (accompagnato dal vicario generale mons. Mario Marchesi e dal segretario particolare don Flavio Meani) ad esaltarne le qualità morali e soprattutto il suo elevato senso religioso, ricordando come il prete gli esprimesse rincrescimento per la malattia che non gli consentiva più di pregare con la liturgia delle ore.
In una lettera poi gli aveva confidato di pensare spesso ai numerosi incontri che Gesù aveva fatto durante la sua esistenza in terra trovandovi sempre qualcosa di nuovo. “Che cosa di nuovo riusciamo noi a vedere quando preghiamo, che cosa ad ognuno di noi il Natale ha portato nella conoscenza di Dio?” ha chiesto ai fedeli il Vescovo, ritornando poi a ricordare don Oidio immaginando il suo incontro con Gesù, faccia a faccia, e la luce che gli è brillata negli occhi mentre lo guidava nel cammino verso la beatitudine celeste. Al termine del rito la bara è stata portata all’esterno della chiesa per l’ultima benedizione del Vescovo, mentre tutti i sacerdoti facevano da ala al carro funebre prima della sua partenza per Quattrocase dove la salma è stata sepolta.
Rosario Pisani
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