Messa di mezzanotte,
folla (e vin brulé) per
il ritorno alla Fontana
Nella foto un momento degli auguri post celebrazione
CASALMAGGIORE – Era probabilmente la messa di mezzanotte più attesa del Natale 2014, perché, senza nulla togliere ad un grande classico, ovvero la celebrazione nel Duomo di Santo Stefano, questo momento molto sentito dalla comunità cristiana tornava dopo quarant’anni ad essere officiato anche al Santuario della Fontana.
I fedeli hanno risposto in massa, affollando le tre navate del Santuario sia dalle 23.20, quando è iniziata ufficialmente una veglia di attesa e preghiera, costituita da litanie e da un silenzio rispettoso. Poi attorno alla mezzanotte di giovedì il via alla messa vera e propria, celebrata dal superiore padre Andrea Cassinelli e concelebrata dai vari frati della Fontana. Presente anche un padre confessore originario della Tanzania, mentre era assente, per motivi di salute, soltanto padre Anacleto Rota. Per padre Andrea è stato peraltro un Natale speciale, il primo celebrato a Casalmaggiore, il che lo ha accomunato idealmente anche a don Cesare Nisoli, che per la prima volta ha festeggiato da parroco nel Duomo casalese il 25 dicembre.
Padre Andrea, al solito, è stato molto schietto, invitando poco prima dell’omelia i fedeli a prendere posto anche in uno dei primi banchi rimasto libero (quasi tutti però hanno preferito restare in piedi, forse perché un po’ “timidi”) e poi ricordando che “la messa di Natale è la messa di tutti, dove ognuno viene in chiesa, spesso anche chi non crede o chi si ricorda di essere cristiano solo una notte l’anno. E’ questo un segno di speranza: significa che Dio accoglie tutti, anche le sue pecorelle smarrite”. Poi un passaggio anche su Roberto Benigni, “un mangiapreti sino a pochi anni fa, che ora ha regalato uno spettacolo bellissimo sui Dieci Comandamenti: un altro segnale di quanto siano infinite le vie del Signore”. Padre Andrea ha insistito molto sulla semplicità del messaggio del Natale: “Gesù si fa uomo, come bambino indifeso, nasce nel paese più disgraziato del mondo in quell’epoca, Betlemme, in una mangiatoia. Viene amato prima da un bue e da un asino, poi dai pastori, infine dai sapienti. In questo paragone c’è tutta la forza del suo messaggio, che viene prima per gli umili e poi per tutti gli altri, infine per i dotti”.
Piccolo fuori programma attorno alle 00.40, quando un uomo di 60 anni, seduto nei primi banchi, si è sentito male: il fedele è stato fatto stendere su uno dei banchi, in attesa dei soccorsi, arrivati con l’ambulanza della Padana Soccorso. Nulla di grave, comunque: solo un lieve malore, tanto che il 60enne non ha mai perso conoscenza e ha passato la notte di Natale in ospedale in codice verde, per lo più per accertamenti. Alla fine della celebrazione spazio agli auguri con i classici panettone e pandoro. Al posto dello spumante, tuttavia, ecco il vin brulè, preparato da padre Andrea e dagli altri confratelli. Una tradizione ripresa direttamente dalle valli del Bergamasco, da dove padre Andrea proviene, importata per l’occasione a Casalmaggiore e molto apprezzata dai fedeli, che hanno affollato anche il momento post-celebrazione.
Giovanni Gardani
© RIPRODUZIONE RISERVATA