Quando Joe Cocker
portò 15mila spettatori
al vecchio Comunale
Nel video tratto da youtube (utente Gianni Hinek Verona) alcuni momenti dello storico concerto casalese
CASALMAGGIORE – Il mondo della musica piange un grande del rock, Joe Cocker, scomparso a 70 anni per un carcinoma polmonare nel suo ranch nel Colorado. E il ricordo, per chi ha avuto la fortuna di esserci o semplicemente per chi ha potuto rivivere quel momento storico nel racconto dei presenti, va al concerto che lo stesso artista britannico tenne a Casalmaggiore.
Era il 1979, dieci anni dopo l’esplosione del cantante arrivata dalle miniere e dalla inconfondibile voce roca, a Woodstock nel concerto manifesto di una generazione. Prima di allora Cocker era uno splendido sconosciuto, poi divenne una leggenda vivente, trovando la strada del successo e al contempo l’indirizzo per uscire (anche se mai del tutto) dagli eccessi. A Casalmaggiore Cocker arrivò all’interno del programma (ambizioso, ma per anni realizzato) di Woodstock in Europe, che nella zona del Casalasco rientrava in particolare nel cartellone del Recitarcantando. Il 20 settembre di quell’anno Cocker infiammò il vecchio Comunale di via Corsica, per quello che è rimasto un concerto storico: nessuno infatti, nella storia, ha riempito in modo così massiccio un impianto sportivo del comune casalese, con fan dal comprensorio Oglio e dalle province limitrofe ma giunti anche da molte altre parti del Nord Italia.
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Nella foto Briselli Joe Cocker sul palco del Comunale di via Corsica
L’episodio è riportato sul libro dei cento anni della Casalese Calcio “La chiamavano Polisportiva” e il ricordo è quello degli organizzatori, molti di quali facenti parte della società calcistica, che lavorarono tra grandi difficoltà per fare fronte ad una colossale richiesta di biglietti e soprattutto alla gestione logistica di un evento mai visto. Iniziarono a lavorare dalle 14, con una cittadina bloccata dal traffico e una zona, quella di via Corsica, paralizzata da un fiume di gente, che si riversò in tribuna ma anche e soprattutto sul campo. Quindicimila persona vennero stimate, di fatto l’intera popolazione di Casalmaggiore oggigiorno.
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Nella foto Briselli l’incredibile folla la sera del 20 settembre 1979
Si pensi che l’ingegner Giulio Donzelli su mandato dell’allora sindaco Rotelli effettuò prove statiche delle tribune, per timore che il gran numero degli spettatori potesse creare problemi. Il concerto iniziò alle 21.30 e un’ora dopo il bar aveva già esaurito le scorte, prima ancora del pezzo forte di Cocker ripreso dai Beatles “With a little help from my friends” (l’altra hit, “You can leave your hat on”, colonna sonora di “9 settimane e mezzo”, arriverà nel 1986). Gli organizzatori, che avevano fissato tre punti ristoro strategici (al bar, nello spogliatoio solitamente riservato alle squadre ospiti e nello spogliatoio degli arbitri) ricordano che l’incasso venne trasportato, o meglio scortato, nei sacchi del pane, svuotati dal gran numero di spettatori che si nutrirono appunto di panini con la salamella e birra. Non solo, per parecchi giorni il campo dal calcio dove si era tenuto il concerto restò impraticabile a causa della presenza di rifiuti e di qualche lattina (o linguette di lattine), che rischiavano di ferire gli atleti. Un dettaglio che spinse anche la Casalese a chiedere l’inversione di campo di un paio di gare. Va anche detto che con la percentuale dell’incasso destinata alla società sportiva ospitante, i biancocelesti riuscirono a pagarsi praticamente l’intera stagione agonistica: tutto questo per rendere l’idea della cifra stratosferica guadagnata. Con tanti pro e pochissimi contro, rimase una serata indimenticabile, quella del 20 settembre 1979. Una serata-evento, che torna alla mente ora che il grande Joe Cocker – l’uomo che fece somigliare Casalmaggiore a Woodstock anche solo per una notte – ha emesso la sua ultima, rauca e inconfondibile, nota.
Giovanni Gardani
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