Cronaca

Anziana ‘visitata’
tre volte
dalle stesse ladre

A volte ritornano sul luogo del reato, e la fanno sempre franca. Un caso di furto ripetuto, che vede vittima una anziana del Casalasco, è emblematico di come spesso le difese immunitarie della nostra gente siano basse per proteggersi da malfattori senza scrupoli. La donna in questione vive in un paese della bassa, che non diremo per non facilitarne l’identificazione (e il perché lo si capirà in fretta), ed è presa di mira da un paio di donne malvagie. Non zingare o provenienti da chissà dove, ma delle nostre parti. E’ l’anziana truffata che ci racconta la sua storia, decisamente singolare. Partiamo dalla scorsa estate: “Sono in casa – inizia a raccontare – e si presentano due donne, dall’aspetto che non incute diffidenza. Mi dicono che si occupano di anziani e malati, entrano in casa e mi propongono l’acquisto di alcune primule”. Si è fidata di loro? “Sì, tanto più che racconto della brutta vicenda che mi è capitata qualche tempo prima: mio marito era morto, e prima del funerale ho subito un furto di 6000 euro”. Quanti? “Sì, avevo in casa quella cifra consistente e un giorno mio figlio si è accorto che qualcuno è entrato in casa e ci ha sottratto il denaro. E’ stato un brutto colpo”. E lo ha raccontato a delle sconosciute? “Sì, non pensavo a quel che sarebbe accaduto poi”. Cioé? “Inizialmente quelle due si dicono sinceramente dispiaciute, tanto che mi lasciano le primule che non avevo voluto comprare”.

Passa qualche mese e poi… “Circa un mese fa sono fuori in giardino e le stesse due donne tornano, una delle due mi chiede qualcosa da bere, lei mi abbraccia con grande confidenza e io le do un bicchiere d’acqua. Se ne vanno, e di lì a poco mi accorgo che mi sono spariti 50 euro dalla borsetta”. E non finisce qui: “La scorsa settimana sono al piano sopra, mio figlio è appena uscito di casa e mi trovo una di quelle due donne lì al piano superiore che mi abbraccia affettuosamente. La scanso e mi metto a urlare di averla riconosciuta. ‘Sei tu ad avermi rubato i 50 euro’, le grido, e quella fugge di scatto e se ne va. Arriva sera e vado a giocare a tombola. Una volta lì mi accorgo di non avere più addosso il collier che i miei figli mi regalarono 30 anni fa”. Ecco quindi i motivi di quegli abbracci affettuosi. Ma non finisce qui: “Ho nella borsetta 20 euro per giocare a tombola, ma quando la apro mi accorgo che mi ha portato via pure quelli”. Prima di fuggire dunque la ladra ha avuto il tempo di strapparle con grande abilità il collier d’oro, e prima di salire al piano sopra aveva già perquisito la borsetta.

“Non c’è due senza tre” ci dice la povera signora, al che ribattiamo: forse è il caso che avvisi i Carabinieri, o il quattro si materializzerà in fretta. E lei: “Una volta è accaduto alla mia vicina di vedersi rubare la pensione. Lei ha denunciato il furto ai Carabinieri, ma non ha risolto nulla”. Vabbé, le diciamo, quella ladra la sta trattando come un bancomat, non deve fargliela passare liscia. “Come faccio ad uscire di casa?”. Tornerà, le assicuriamo, meglio che tenga chiusa la porta e chiami i Carabinieri al primo allarme, tanto più che se sono donne della zona potrebbero essere più facilmente individuate dalle forze dell’ordine.

La vicenda spiega molto dell’ingenuità della nostra gente, su cui fanno affidamento criminali senza scrupolo. Dobbiamo imparare purtroppo a diffidare di chi non conosciamo, e ancor più di chi si mostra affettuoso sfruttando il nostro timore di fare brutte figure non riconoscendo amici o parenti. Ormai certi ladri vengono a riscuotere alla scadenza, che ovviamente decidono loro. Si torna sul luogo del reato senza troppe preoccupazioni. Fatto sta che lasciamo la donna con tanta rabbia in corpo. L’auto non è chiusa, e nel baule c’era quella borsa… oddio, controlliamo, vuoi vedere che… No, la borsa è ancora lì. Ma è vita questa?

Vanni Raineri

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