Da Bozzolo si alza
la difesa dei tre
ospedali del territorio
Nella foto, un momento del consiglio comunale aperto di Bozzolo
BOZZOLO – Oltre tre ore di discussioni e interventi per saperne quanto prima. Non che gli oratori invitati dal sindaco Giuseppe Torchio al consiglio comunale aperto convocato lunedì sera a Bozzolo sulla questione dell’ospedale, non abbiano detto nulla. Anzi le loro parole hanno riempito la sala civica inondando il foltissimo pubblico di numeri, dati e rassicurazioni che hanno confuso ancora di più la gente. Sino a quando il vicesindaco Giuseppe Scognamiglio ha interrotto la filastrocca degli interventi dicendo che gli sembrava di assistere ad un film già visto ricordando la visita dell’allora assessore regionale Luciano Bresciani quando venne a dire che il reparto di riabilitazione cardiologica non avrebbe mai chiuso. Nemmeno un mese dopo la divisione territoriale aveva traslocato a Mantova. Un inserimento quello di Scognamiglio che ha sollevato un uragano di applausi dando poi la spinta ad una signora tra il pubblico anche lei dichiaratasi insoddisfatta ritenendo addirittura inutile la convocazione di un’assemblea come quella. Tuttavia encomiabile è apparso lo sforzo del primo cittadino Torchio nel cercare di portare alla sua gente il parere confortevole di tecnici, amministartori e dirigenti sanitari. Con la presenza del direttore generale dell’Ospedale Poma di Mantova Luca Stucchi, del direttore sanitario Lindo Galeotti, oltre ai consilieri regionali Annalisa Baroni di Forza Italia e Carlo Borghetti del Pd, la vicepresidente della provincia mantovana Francesca Zaltieri coinvolgendo anche Cedrik Pasetti della Lega Nord ed alcuni sindaci del territorio tra cui Filippo Bongiovanni di Casalmaggiore, Raffaele Favalli di Asola e Pino Baruffaldi di Pomponesco. Interventi anche di rappresentanti di organizzazioni sindacali e di associazioni di volontariato.
In sostanza dagli addetti ai lavori è giunta la rivelazione che mai e poi mai si arriverà a chiudere ospedali come Asola, Bozzolo e Casalmaggiore perché in quel modo si sarebbe creato un vuoto nell’assistenza sanitaria territoriale insostenibile dal punto di vista geografico. Tra riferimenti a ospedali per acuti e altri di tipo geriatrico le “comunicazioni tecniche” sono proseguite ancora a lungo sfiancando la gente molta della quale ha lasciato la sala mentre venivamo spiegate le caratteristiche del Pot il piano ospedaliero territoriale di cui Bozzolo dovrebbe diventare sede. Anche se di questo medesimo progetto in Regione Lombardia si è iniziato a parlare nel 2003 e per realizzarlo servirebbero alcuni milioni di euro per sistemare la cosidetta ala storica del nosocomio bozzolese. In sostanza il succo del discorso e che ciò che conta è la trasversalità dell’assistenza sanitaria senza più pensare a interessi di campanile. Anche perché il malato si sposta da una struttura all’altra alla ricerca delle professionalità e delle specializzazioni.
Rosario Pisani
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