Cronaca

In Duomo
i funerali di
Annamaria Benasi

Nella foto, Annamaria Benasi in Biffi

CASALMAGGIORE – Verrano celebrati in Duomo di Santo Stefano a Casalmaggiore i funerali di Annamaria Benasi, deceduta a 80 anni, ultima vittima della strada sull’Asolana dopo il tremendo incidente di mercoledì mattina. Un onore tributato ad una donna che aveva contribuito per anni volontariamente a mandare avanti piccole faccende sia in chiesa che in oratorio, con volontà instancabile e grande spirito di servizio. Anche quando i famigliari le consigliavano, vista l’età non più verde, di restare a casa per non affaticarsi, lei puntualmente “disubbidiva”, per dare una mano, pulire i paramenti sacri e aiutare laddove vi fosse necessità. Volontaria per vocazione, potremmo dire: nata nel 1933 e originaria di Agoiolo, dove ha vissuto fino agli anni ’90 assieme al marito Gian Luigi prima del trasferimento a Casalmaggiore, Annamaria, pur lavorando proprio assieme al coniuge nella fabbrica di stampi della frazione casalese, non perdeva occasione per servire al bar dell’oratorio. Andò in pensione presto anche per aiutare la famiglia, mostrando grande spirito di servizio pure da casalinga, quando si occupava delle faccende domestiche, aiutando anche il marito a superare gli acciacchi dovuti all’età: una storia d’altri tempi, fatto di sacrifici ma anche di una estrema serenità. Soprattutto una storia d’amore fortissima, un legame testimoniato dal fatto che per tutti Annamaria Benasi era conosciuta come la signora Biffi. Peraltro i due coniugi avrebbero festeggiato nell’ottobre 2015 i sessant’anni di matrimonio, un traguardo invidiato e spesso considerato irraggiungibile da molte coppie delle nuove generazioni. Un esempio, insomma, di fedeltà.

Annamaria era così: andava a messa tutti i giorni (“Prego per i miei famigliari, non solo per me” era solita dire) e proprio durante le celebrazioni domenicali aveva un sorriso per tutti, in particolare quando passava tra i banchi per ritirare l’offerta dei fedeli. Salutava chi conosceva, scambiava due parole. “Le piaceva parlare” la ricordano con commozione i famigliari “era un po’ chiacchierona, ma lei rispondeva che parlava adesso, intanto che ancora era al mondo”. Anche mercoledì, in quel maledetto tragitto, Annamaria era andata al Famila e nella vicina lavanderia, come testimoniavano le borsine trovate vicino al corpo, per sbrigare le faccende tipiche di una casalinga. Non silenziosa, come abbiamo detto, ma discreta. “E soprattutto piena di vita” spiegano ora i suoi nipoti, che spesso traevano forza proprio da lei e dai suoi incoraggiamenti o dalle sue battute scherzose, sempre pronta a sdrammatizzare. Piacevano i fiori, ad Annamaria, che lascia il marito Gian Luigi, il fratello Giuseppe, la figlia Laura e i nipoti Carlo e Sara e sarà portata nella sua casa di via Marcheselli 80 dall’ospedale Oglio Po dalle ore 11 di venerdì. Le piacevano a tal punto che ogni sabato, al mercato di piazza Garibaldi, si recava in un banchetto e sempre comprava un mazzetto o un vaso di fiori. C’è da scommettere che qualcuno di quei fiori non mancherà in via Marcheselli, venerdì alle 20.30, quando verrà recitato il Santo Rosario in suffragio, e neppure sabato alle 14.30 quando in Duomo inizieranno i funerali: dovrebbe concelebrare don Alberto Franzini, oggi parroco della Cattedrale di Cremona ma al quale Annamaria era molto affezionata proprio per la sua instancabile attività in oratorio, assieme a don Cesare Nisoli, attuale parroco di Casalmaggiore. Un saluto che dovrà andare oltre le polemiche per la sicurezza stradale: per quelle ci sarà il (sacrosanto) tempo e il doveroso diritto di critica poi. Prima sarà giusto onorare una donna che dispensava sorrisi e sprigionava simpatia, anche nei pochi secondi in cui ti fermava per strada.

Giovanni Gardani

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