Morti per la guerra,
ricordati nella pace
del cimitero casalese
Nella fotogallery alcuni momenti della cerimonia
CASALMAGGIORE – Otto giovani soldati stranieri sono sepolti nel cimitero di Casalmaggiore da almeno cento anni. La scoperta è stata fatta dall’Amministrazione comunale che, grazie ad una certosina ricerca da parte dall’ingegner Enrico Rossi e di alcuni volontari, ha potuto dare un nome a ciascuno di questi militari caduti certamente durante la Prima Guerra Mondiale del 1915-1918.
Rimane il mistero su come abbiano potuto finire i loro giorni a Casalmaggiore essendo la linea di combattimento abbastanza lontana da questi luoghi. La considerazione è che la morte li possa avere colti mentre si trovavano rinchiusi nelle varie prigioni del Nord Italia, là dove erano stati suddivisi. Sabato una delegazione austriaca ha fatto visita al Cimitero casalese ricevuta da un folta rappresentanza di varie associazioni combattentistiche oltre che da Carabinieri, Esercito e Polizia locale. La cerimonia ha vissuto momenti di elevato valore morale ed alto significato patriottico, specialmente quando il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni ha ricordato l’importanza della Unione Europea, il cui anticipato raggiungimento avrebbe sicuramente contribuito ad evitare la morte di quei giovani come di milioni di altri insieme a loro.
Prima di scoprire la piccola lapide realizzata accanto al monumento costruito dall’artista casalese Aroldi in onore dei caduti del ’15-’18 aveva preso la parola il colonnello in congedo Friederich Schuster per ringraziare il Comune per essersi preso cura dei resti di quei soldati, garantendo che stessa sorte sarebbe stata riservata ai soldati italiani ritrovati nei cimiteri in Austria. A tradurre in simultanea questo intervento così come quello del sindaco Bongiovanni ha pensato Mario Eitcha (amico d’infanzia e concittadino di Alcide De Gasperi), commissario della Fondazione incontro Italia Austria per la pace. Attestati di riconoscenza e stima per l’attenzione dimostrata nei confronti dei soldati sepolti a Casalmaggiore sono stati attribuiti dalla delegazione straniera al sindaco Bongiovanni, al vicesindaco Giovanni Leoni e ad Enrico Rossi.
A quest’ultimo è stato anche affidato da Claudio Mantovani, tra i principali fautori dell’iniziativa, il labaro del Nastro Azzurro, l’Associazione istituita per le decorazioni al valor militare. Tra squilli di tromba e note del silenzio un ultimo sguardo è andato alle otto piccole lapidi bianche (solo una delle quali spezzata e ancora priva di nome), tutte allineate una di fianco all’altra ad accomunare otto soldati stranieri sepolti così lontano dalla loro patria, che almeno hanno ritrovato un nome dopo il certosino lavoro di restauro. Su una di quelle lapidi oltre al nome, una stella e la mezzaluna a distinguere la fede islamica di uno di loro.
Rosario Pisani
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