Borghesi, durissimo
attacco a Rivaroli: ora
è guerra aperta
Nella foto il consiglio comunale di Scandolara e il capannone dove potrebbe sorgere il tempio
CASTELPONZONE (SCANDOLARA RAVARA) – Come previsto la questione del possibile nuovo insediamento di un tempio Induista nel borgo di Castelponzone fa ancora discutere. Questa volta, dopo le accuse della maggioranza guidata dal sindaco Velleda Rivaroli, ecco la risposta di Francesco Borghesi, capogruppo di minoranza tirato in ballo direttamente dalla stessa Rivaroli sulla questione.
Una risposta pesantissima, che conferma i veleni in consiglio tra le due fazioni. Di fatto è come se l’episodio del tempio Indù sia una sorta di goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Caro Sindaco” scrive Borghesi “Lei forse non sa che chiedere è lecito e rispondere è cortesia se poi si tratta di una pubblica amministrazione rispondere è d’obbligo, ma evidentemente la Sua arroganza le impone di pensare di essere superiore e di poter manipolare i fatti e i pensieri altrui come meglio le piace, ma dimenticavo che essendo la faccia ripulita del sindaco precedente, per lo più pregiudicato e con qualche altra denuncia in fase di giudizio, per conflitto di interessi, non si è nemmeno resa conto che del tempio Indù su cui ha voluto scatenare questa sterile polemica, io non c’entro niente”.
“Come libero professionista sono stato incaricato da anni alla sistemazione e alla messa a norma del capannone incriminato” spiega poi Borghesi entrando nel merito della questione “i cui proprietari, castellini di origine e milanesi di adozione si sono affidati a me. Questi in contatto con il gruppo induista in questione per la vendita dell’immobile mi hanno incaricato di informarmi presso l’amministrazione della possibilità o meno per la trasformazione in luogo di culto del capannone in oggetto, cosa che come ben sa ho fatto, inoltre ci siamo incontrati, con Lei, l’architetto e l’assessore ai servizi sociali. Avute queste informazioni le ho riportate alla proprietà, come il mio incarico richiede e qui finisce. Se è stato più o meno richiesto un parere di massima sulla fattibilità da parte dell’acquirente, io di questo ne sono venuto a conoscenza dai giornali tramite la Sua accusa, tanto più che è stato presentato a firma degli acquirenti e del loro tecnico di fiducia, che non sono io, ma bensì un geometra di Cella Dati. Le ricordo che io sono il tecnico di fiducia della proprietà”.
Borghesi dunque si smarca e ne approfitta per il contrattacco. “Evidentemente, caro Sindaco ha la vista annebbiata dai molteplici impegni o da qualcos’altro e non si è nemmeno accorta che il mio nome non appare su nessun documento, tranne una pec dei proprietari dove girano una liberatoria sul cosa fare del loro capannone in oggetto. Credo che un proprietario possa fare ciò che vuole della sua proprietà e ovviamente venderla a chi vuole. Il grave è che Lei ha fatto un comunicato stampa dicendo che il capogruppo di minoranza ha valutato e protocollato la richiesta: peccato che l’ultima richiesta che ho presentato e protocollato in comune era una DIA alla fine dello scorso anno per il rifacimento del tetto di un porticato a Scandolara. Diversamente nessuna richiesta è stata inoltrata e tantomeno protocollata per un tempio induista dal sottoscritto”.
“E poi valutato cosa?!?” insiste Borghesi “. Sono un professionista e conosco bene, al contrario di Lei, quali sono i miei doveri. Io non ho nessun titolo per valutare e dare giudizi, non sono il Sindaco che in un modo o in un altro deve prendere una posizione, ma dimenticavo, Lei ha bisogno di un consulente per le decisioni e responsabilità anche in un settore di cui è stata assessore per 5 anni. Di solito ci si laurea oggi in 5 anni, ma evidentemente è andata leggermente fuoricorso e forse è per questo che la responsabilità e l’umiltà non sono proprio nelle Sue corde e aggiunge ora anche la falsità, ma poi cosa condividerà col consulente? Ora mi chiedo, anche perché non posso pensare che Lei sia così impegnata da essere tanto distratta per cui ha scambiato lucciole per lanterne, sino ad arrivare ad una querela per diffamazione e calunnia: non è forse Lei che ha fatto promesse a Castello e poi ha fatto voltagabbana? Vuole ora riacquistare credito a Castello descrivendomi come il ‘lupo cattivo’ che vuole affossare il nostro Borgo? O sta, più realisticamente, mirando a mete più ambite e remunerative come l’Expo piuttosto che ai reali bisogni di Castello?”
Una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti, come conferma la parte finale del comunicato. “Caro Sindaco, si è presa un impegno gravoso, ero pronto ad appoggiarLa se lo avesse chiesto, ma visto che vuole lo scontro calunniandomi direttamente a mezzo stampa, che scontro sia, in questo momento di crisi reale le ‘paturnie’ dei politici non sono proprio un buon biglietto da visita e garanzia di serietà, comunque non mi sono mai nascosto dietro demagogie e vittimismi. Ci sono alcune questioni che dovremo affrontare e che dovremo valutare, che non si limitano esclusivamente al tempio induista, al quale si può anche dire di no, per giusta causa, visto che è stato richiesto solo un parere di massima di persone senza alcun titolo che non sono nemmeno i proprietari”.
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