I giganti della Macron
al fianco dei Warriors
Viadana di Merlino
Nella foto la firma del contratto
VIADANA – Un’azienda come Macron, di respiro europeo e soprattutto legata a una quarantina di società sportiva professionistiche, per la prima volta fa uno strappo alla regola e decide di divenire main naming sponsor di un club dilettantistico. Il tutto a Viadana, grazie al grande cuore e al coraggio di Fabio Merlino, classe 1990, figlio di Filippo, carabiniere ucciso nel barbaro attentato di Nassiriya.
La conferenza stampa convocata venerdì mattina presso l’Associazione Meridiana di via Ospedale Vecchio a Viadana contiene in sé una storia splendida di sport e di vita: perché l’idea di fondare una nuova società di hockey in carrozzina (Fabio soffre della Sma2, una forma grave di atrofia muscolare spinale) è stato solo il primo passo di un grande progetto. Alla conferenza erano presenti, oltre allo stesso Fabio, fondatore, giocatore e quasi certamente futuro capitano della squadra che si iscriverà al campionato di A2 2015-2016, anche il dottor Gianluca Pavanello di Macron, azienda bolognese che solitamente si “accontenta” di fornire il materiale sportivo alle varie società, oltre a Luca Mercuri e Carmine Galasso, rispettivamente addetto stampa e allenatore della società Warriors Viadana.
O meglio, della Macron Warriors Viadana: sì, perché essere naming sponsor significa contenere appunto nel nome del club la stessa sigla dell’azienda che sponsorizza. “Oggi si concretizza un sogno” ha esordito Merlino, con i capelli a formare un piccolo ciuffo sulla testa e la consueta grinta “ossia quella di creare una squadra di hockey in carrozzina che sia diversa dalle altre in Italia: il nostro team infatti si basa sul modello olandese, perché in Olanda il wheelchair hockey è nato e lì ha raggiunto i massimi livelli”.
Quali sono le principali differenze? “Per cominciare, noi non chiediamo allo sponsor di aiutarci una tantum, a mo’ di donazione, ma stipuliamo un vero e proprio contratto. In secondo luogo vogliamo che i ragazzi che verranno a giocare con noi, per abbattere le barriere, si sentano atleti veri e propri, nonostante la disabilità che potrebbe frenarli. Essere atleti a tutti gli effetti significa fare anche una vita da atleta, almeno in palestra, negli allenamenti e nelle partite. Io stesso ho fatto avanti e indietro da Bologna per anni, mentre Luca Mercuri arriva da Varese e fa la spola su Mantova e Viadana”.
La sorpresa per Fabio è stata cogliere l’entusiasmo di Macron per questo progetto. “Siamo andati a Bologna, nella loro sede, e abbiamo esposto, dopo una mail preliminare, il nostro piano. Io sono abituato a puntare in alto” ammette Fabio “ma la loro risposta mi ha spiazzato: non solo hanno accettato di essere il nostro sponsor, ma addirittura hanno rilanciato, chiedendo che il logo Macron fosse inserito nel nome del club. E pensare che per me era già un sogno essere a Bologna nella loro sede”.
Lo stesso dottor Pavanello ha spiegato che Macron, solitamente, sul territorio si appoggia a mille multimarca e a un centinaio di monomarca. “Ma in questo caso abbiamo deciso di entrare in prima persona, per la prima volta, in un club dilettantistico. Fatturiamo 70 milioni, abbiamo un mercato che per il 70% si sviluppa all’estero tra Inghilterra, Francia, Olanda, Norvegia, Spagna, Portogallo e Australia, abbiamo 40 contratti in essere con società Pro, come Napoli, Lazio, Bologna o anche la Nazionale scozzese di rugby. Riceviamo molte richieste di partnership. Abbiamo scelto Viadana, la piccola Viadana, perché incantati e trascinato dall’entusiasmo e dalla passione di Fabio e dei suoi colleghi, che in due mesi appena hanno già quasi costruito la squadra per il prossimo campionato e che non nascondono di puntare a salire subito in A1. Lo sport è passione, per questo abbiamo chiesto a Fabio, Luca e Carmine di venirci a trovare a Bologna. E ci siamo subito trovati d’accordo. Tra l’altro il naming sponsor non è una formula così diffusa, anche se nel calcio, ad esempio, l’abbiamo adoperata per sponsorizzare lo stadio del Bolton, in Premier League, che si chiama appunto Macron Stadium”.
Il contratto biennale potrebbe lievitare nelle cifre con il tempo, anche a seconda dei risultati. Intanto Luca Mercuri ha ringraziato pubblicamente Merlino “perché mi offre l’occasione di tornare a giocare dopo tre anni in cui ero fermo. Chi pensa che noi disabili dobbiamo sempre stare fermi in casa, si sbaglia. Io sono disposto a fare su e giù da Varese per fare parte di questo progetto: il nostro è un insegnamento di vita. Ci chiamiamo Warriors, guerrieri, per stimolare chi è disabile come noi a lottare, a sentirsi uno sportivo vero”. A Carmine Galasso, che oltre ad essere mister è pure vicepresidente, il compito di specificare gli obiettivi: “Pensiamo in grande, vogliamo salire in A1 al primo anno. Voglio ricordare anche l’impegno del mio vice Manuel Ciliberto, che non è potuto essere presente e voglio ringraziare di cuore Fabio: lo conosco da vent’anni, ragioniamo ormai all’unisono. L’amore che nutro per questo sport è la passione che lui mette nel praticarlo”.
Poi la firma, davanti ai giornalisti, sul contratto. Con la biro verde del Betis Siviglia, team della Liga spagnola sponsorizzata da Macron. Verde speranza, come ha ricordato Pavanello, in un momento da squadra vera. Perché questo, in fondo, sono da venerdì mattina i Macron Warriors Viadana.
Giovanni Gardani
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