Cronaca

“Perché non parlate
dei bimbi fuori mensa
e dei mendicanti?”

CASALMAGGIORE – Il consigliere di minoranza, nonché capogruppo di ‘Casalmaggiore insieme e le sue frazioni’, Pierluigi Pasotto, risponde alla lettera inviataci settimana scorsa da Anna Busi, vicepresidente dell’associazione Famiglie di Santo Stefano e moglie dell’assessore Gianfranco Salvatore. Temi della missiva: il crocifisso d’altare donato al comune di Casalmaggiore da un privato cittadino che lo vorrebbe esposto in sala consiliare e i contributi concessi dalla Giunta ai grest degli oratori casalesi. Questa la risposta di Pasotto.

Libera Chiesa in libero Stato
Gentile signora Anna
Rispondo volentieri alla lettera che mi ha “inviato”, cogliendo con essa l’opportunità di chiarire a lei e ai cittadini casalaschi alcuni punti del mio pensiero. Mi perdonerà se lo farò con schiettezza, ma non conosco altro modo per farlo. La ringrazio  per aver ricordato che la giunta Silla, di cui ho fatto parte, ha amministrato per tutti i cittadini, senza distinguere tra quelli più o meno vicini politicamente e idealmente e gli “altri”. Le mie critiche dunque, come conseguenza logica delle sue affermazioni, non potranno essere tacciate come “ideologiche”. Entrando, ma non troppo, nel dettaglio del caso da lei citato, ricordo che il Comune mise a disposizione il mezzo (senza autista) mentre voi provvedeste a tutto il resto. Quindi, nessun contributo economico. Perchè non ai grest “laici”? Ammetterà, perdoni la battuta, che organizzare un trasporto ristorante-bordo piscina presso Amici del Po ed Eridanea sarebbe stato problematico. La giunta Silla, nel solco della continuità con chi l’aveva preceduta collaborò con Enti, Oratori, associazioni di ogni tipo e credo per le loro iniziative, mantenendo però un punto cardine irremovibile. Nessun taglio di risorse per servizi sociali, scuola, mense, biblioteche e via dicendo, servizi Comunali pagati con le le tasse di tutti i cittadini e rivolti a tutti i cittadini. Le pare che la giunta Bongiovanni, di cui suo marito fa parte, stia facendo la stessa cosa? Ci pensi…

Questione contributo Grest. Come da lei ammesso, non ho nulla personalmente contro i grest delle Parrocchie, ci mancherebbe, ma la dazione di soldi pubblici deve sottostare a precise regole e regolamenti, che ci sono. Sono soldi di tutti i cittadini, non di chi amministra, e bisogna renderne conto a tutti, nella massima correttezza e trasparenza. In questo senso il principio di sussidiarietà, da lei invocato, non c’entra proprio niente, e se c’entrasse sarebbe ancora peggio. Tra l’altro, le ricordo che il “principio di sussidiarietà” in settori strategici come la sanità e i servizi, sta purtroppo fornendo molto lavoro alle procure in Lombardia, coinvolgendo esponenti politici addirittura “celesti”.

Questione crocifisso in sala consiliare. Voglio sperare che nel 2014 non si debba discutere del potere temporale della Chiesa. Dal 1870 la cosa dovrebbe essersi chiarita. Esiste un concordato, modificato nel 1984, dove si elimina il passaggio riferito “alla sola religione dello stato”, ma soprattutto una carta costituzionale nella quale si dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, nata dalla resistenza. Quindi laica. Dunque, come ci sono luoghi “sacri” dove si professa il culto e io li rispetto, ce sono altri, laici o civici che dir si voglia, dove tutti debbono sentirsi a casa loro, che hanno lo stesso tipo di sacralità. La sala Consiliare è uno di questi luoghi e io ne chiedo il rispetto. Esiste già un crocifisso, ospite non sgradito, di fianco alla foto del presidente della Repubblica, non serve altro. Ritengo quella del sig. Galafassi una provocazione, di cui non si sentiva sinceramente il bisogno, che riveste un significato pericoloso perchè sdoganerebbe tutti i simboli in una sala che deve essere massimamente equilibrata per rappresentare tutti. Perché quella sala è di tutti, non di chi amministra “pro tempore”. Voglio sperare che il sindaco ci pensi bene, anche perché io non mollerò su questa vicenda e le garantisco che molti cattolici, che hanno ben chiaro cosa sia il senso e il rispetto delle istituzioni, dei relativi luoghi simbolo e della democrazia, sono più vicini a me che a lei. Penso di aver risposto ai dubbi che si poneva, ma a questo punto vorrei fare una mia considerazione. Da laico “informato dei fatti”, come amo definirmi, faccio fatica a comprendere come mai vi accaloriate tanto su questioni come discriminazioni di genere o crocifisso e non diciate una, dico una parola su quanto successo a Casalmaggiore negli ultimi mesi. Mentre la invito a riflettere sui figli dei poveri (e non dei furbetti!!) fuori dalle mense e i mendicanti (quelli veri ovviamente) inseguiti e trattati non certo come fratelli bisognosi, le cito Matteo 25;35 “ho avuto fame e mi avete nutrito…” e 25;36  “ero nudo e mi avete vestito e mi avete visitato…”  papa Francesco “mi dicono comunista ma l’amore dei poveri è nel Vangelo”e le chiedo il perché di questa doppia morale. Non la preoccupa senza ironia, che un “comunista” come me, laico, neanche troppo concertativo combatta per questi valori universali, che dovrebbero essere anche suoi e lei che dice “di appartenere con gratitudine alla Chiesa no ?”.Le garantisco che anche i compagni di Rive Gauche li condividono e il “Carrello sociale “del progetto “ La Rete” nasce da quei valori, socializzati. Peppone e don Camillo, fumantini simboli di un Italia scompars, mangiavano salame e lambrusco assieme ad un tavolo, ma su questi valori combattevano assieme, ognuno dalla propria  parte certo, ma condividendoli. Noi “comunisti” siamo soliti dire che al tavolo degli ideali comuni, della condivisione, della giustizia sociale, dell’inclusione chi mangia con noi ,chi condivide il pane ci è  compagno , secondo l’etimo latino del termine. E a quel tavolo di ideali e valori con tutti siamo disposti a sederci. Se le intenzioni, le idee, sono altre, come è legittimo possa essere, meglio soprassedere, perché le dimensioni dei simboli, senza valori, contano poco.

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