Cronaca

‘Malato’ di gioco, rapina
due ‘Compro oro’ e spende il
bottino alle slot: condannato

Il giudice Guido Salvini

CASALMAGGIORE – Aveva rapinato due negozi “Compro oro” di Casalmaggiore per spendere il bottino alle slot machine. Accusato di una rapina consumata e di una tentata rapina, Raffaele, 30 anni, processato con il rito abbreviato, è stato condannato dal giudice Guido Salvini ad una pena di due anni e sei mesi di reclusione e ad una multa di mille euro. L’imputato, difeso dall’avvocato Fabrizio Vappina, sconterà la pena agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Casalmaggiore. L’uomo ha motivato le ragioni del suo gesto spiegando che si trovava in un periodo di seria difficoltà economica in quanto, pur lavorando regolarmente come operaio specializzato presso una ditta Viadana, era caduto da qualche tempo nel vizio del gioco alle  ‘macchinette’ a causa del quale spendeva ogni giorno parecchio denaro.

L’11 febbraio di quest’anno, Raffaele, con il volto coperto da un passamontagna, era entrato nel negozio RB Gold di Casalmaggiore e dopo aver minacciato con una pistola la proprietaria, le aveva intimato di consegnargli una collana. La donna, però, era riuscita ad attivare il sistema di allarme e il rapinatore si era dato alla fuga. L’azione era stata videoregistrata dall’impianto di sorveglianza dell’esercizio commerciale. Il giorno dopo una pattuglia dei carabinieri aveva notato per le vie di Casalmaggiore un uomo simile per caratteristiche fisiche ed abbigliamento alla persona descritta dalla commerciante. I militari gli avevano scattato una foto e dalla comparazione con le immagini della videosorveglianza era risultato essere la stessa persona.

Quello stesso pomeriggio, intanto, alla centrale operativa era arrivata una richiesta di intervento per una rapina al GP Gioielli di Vicobellignano. La commessa aveva raccontato che un uomo era entrato nel negozio coprendosi il volto con una cuffia ed alzando il collo del maglione. L’aveva poi minacciata con un coltello da cucina giallo puntandole l’arma all’altezza dello sterno e le aveva chiesto il denaro contenuto nella cassa. La donna era stata quindi costretta a consegnargli  1000 euro. La commessa aveva descritto il rapinatore come alto, con i capelli corti color biondo-castano, occhi chiari, carnagione chiara ed un’inflessione dialettale meridionale. Ne aveva descritto anche l’abbigliamento. La descrizione corrispondeva a quella di Raffaele, che peraltro era stato controllato poco prima della rapina in un luogo poco distante dall’esercizio commerciale. Alla fine l’uomo era stato rintracciato in un locale di videopoker. In suo possesso aveva 420 euro in contanti e due cartucce inesplose.

Sentito a spontanee dichiarazioni, il 30enne ha ammesso le proprie responsabilità, sia per la tentata rapina che per quella andata a segno, dicendo di aver acquistato quello stesso 11 febbraio una pistola giocattolo e dei coltelli da cucina utilizzati per commettere le due rapine e di averli gettati nel fiume subito dopo. Ha inoltre consegnato i capi di abbigliamento utilizzati nel corso dell’azione dell’11 febbraio corrispondenti a quelli indossati dal rapinatore filmato dall’impianto di sicurezza. Sia la proprietaria del primo negozio che la commessa del secondo lo hanno riconosciuto senza ombra di dubbio.

In sede di interrogatorio di convalida davanti al gip, Raffaele ha confermato i fatti, precisando che la pistola utilizzata era un’arma giocattolo a cui comunque aveva tolto il tappo rosso. Subito dopo il primo controllo da parte dei carabinieri, il 30enne era stato rintracciato presso la sala giochi Mai-Tai di Casalmaggiore dove nel giro di pochi minuti  (la rapina era avvenuta solo 20 minuti prima ) aveva già speso 580 dei  1000 euro  che aveva sottratto.

Il suo difensore ha chiesto di patteggiare una pena di due anni, ma il pm si è opposto, chiedendo, al termine del giudizio abbreviato, una pena di anni quattro di reclusione più la pena pecuniaria. Il giudice Salvini ha deciso per una pena più elevata di quella chiesta dal difensore, ma inferiore di quella indicata dal pubblico ministero. L’imputato è stato quindi condannato a due anni e sei mesi di reclusione e a 1000 euro di multa.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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