Segnali pro Cavazzini
dopo il rinvio processo
per l’ineleggibilità
Nella foto Ivana Cavazzini
PIADENA – La vicenda, divenuta da politica a giudiziaria, della presunta ineleggibilità di Ivana Cavazzini, sindaco di Piadena dal maggio scorso, vivrà una nuova puntata a breve. Ma non sarà più compito di un tribunale monocratico (ossia di un unico giudice) emettere il verdetto, bensì dovrà essere un collegio di tre ad analizzare la causa.
E’ quanto è stato stabilito dal giudice Benedetto Sieff nella mattinata di giovedì, rispondendo al ricorso presentato dai consiglieri di minoranza e da parte di alcuni candidati alle ultime amministrative per la lista (poi risultata sconfitta) guidata da Luciano Di Cesare. Il giudice di Cremona ha dunque accolto il pensiero di Antonino Rizzo, avvocato difensore di Cavazzini, il quale da subito aveva sostenuto che fosse corretto che a giudicare venisse chiamato un collegio di tre magistrati. Una richiesta che anche Marco Bencivenga e Cristina Pugnoli, avvocati dall’accusa, hanno accettato di buon grado.
Se, dunque, da un lato, la sentenza è stata rinviata, dall’altro emergono alcune novità che si rifanno a sentenze della Corte Costituzionale: queste ultime sembrerebbero favorire, nel merito del verdetto, la posizione di Ivana Cavazzini. Negli ultimi mesi, infatti, la corte costituzionale avrebbe evidenziato il “controsenso” insito nel fatto che l’ineleggibilità dovrebbe essere sollevata in caso di mancate dimissioni da sindaco o consiglieri in un determinato comune dopo la presentazione di una candidatura per un altro municipio, quando però la legge prevede che nei comuni sotto i 3mila abitanti, ad esempio, è possibile candidarsi per tre mandati consecutivi. Se lo spirito è quello di favorire una sorta di ricambio (o comunque di alternanza), le due interpretazioni sarebbero in contrasto, o almeno questo ha evidenziato in qualche occasione la corte costituzionale. Il tutto, creando così precedenti che dovrebbero puntellare la poltrona di sindaco di Cavazzini anche se naturalmente resta da capire come si pronuncerà nel merito il collegio dei magistrati.
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